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CRONACHE DI IERI
Quel fazzoletto, letto
come un “libretto
l’ambito del delitto d’onore che il codice penale Zanar-
delli, allora vigente, riconosceva. Amelia, sua nipote, d’opera”, diventa
figlia diciassettenne della sorella, venne prepotente-
mente coinvolta nel piano criminoso. Le fu fatto
credere che lo zio provasse sentimenti di amore per lei, un’opera musicale, che
costretta alla fujtina, sottoposta a violenza, indotta a
sostenere che quello stupro risalisse a qualche mese dopo la presentazione
prima e che il responsabile fosse il medico condotto
Introna, in occasione di una visita medica domiciliare
effettuata per curare la madre di Amelia, inferma a letto. ufficiale nella sala
Una accurata visita ginecologica disposta dalla Procura,
que nel suo disegno criminale, uccidendo il dottor stampa della Camera
smentì la ricostruzione del Savino, che perseguì comun-
Introna e ricostruendo l’efferatezza del gesto compiuto
nel testo di una canzone. Il linguaggio criptico in esso dei Deputati, ha
contenuto, lanciava un inequivocabile messaggio di pre-
potenza e violenza, costituendo una forma di iniziato il suo
comunicazione tra l’interno del carcere e l’esterno che
consentiva alla mala vita di avere istruzioni e impartire viaggio musicale
ordini fortemente condizionanti sui testimoni che
sarebbero stati chiamati a deporre nel processo che
stava per celebrarsi. Il testo de La canzone di Amelia la
disgraziata contiene tutti i temi propri di una vera e la contestualizzazione, l’attribuzione con certezza asso-
propria comunicazione criminale, tipica delle canzoni luta della scrittura al boss Savino, assumono un
di mafia e di mala vita, dove ogni verso delinea un pro- importante valore storico, spostando l’orologio della
filo, traccia una via, ricostruisce una tessera della data di esordio delle prime organizzazioni criminali
dinamica omicidiaria del medico condotto. pugliesi indietro di molti decenni, non più databile sto-
Il pizzino della Canzone di Amelia la disgraziata si inse- ricamente al 1970, come da consolidata convinzione,
risce nel filone della tradizione popolare che affidava ma alla fine dell’Ottocento. De Carolis recupera il testo
alle canzoni di malavita la diffusione di messaggi in della canzone, ma non la musica affidata alla tradizione
codice, cantati da delinquenti comuni, affiliati a orga- orale. I canti popolari di mala vita, molto diffusi nel-
nizzazioni criminali che al suono di organetti, l’Italia del Centro e del Sud inducono ad essere certi
tamburelli e mandolini, trasponevano in musica mes- che si trattasse proprio di una canzone. Ed è qui che la
saggi criptici provvedendo a diffonderli. Le canzoni, storia, interrogata con competenza, passione e pazienza
proibite dall’autorità di pubblica sicurezza per i conte- da un carabiniere, ricercatore e giornalista, incontra l’et-
nuti che esortavano a delinquere e a ribellarsi alla legge, nomusicologia, attraverso un musicologo, comandante
erano cantate nei vicoli, nelle taverne, nelle cantine, nei della Fanfara dei Carabinieri a Cavallo di Roma, il
bordelli e soprattutto nelle carceri. Maresciallo Maggiore Fabio Tassinari che insieme al
Il ritrovamento del fazzoletto effettuato da Vito Stefano Brigadiere Antonio Moretti, si appassiona al progetto
de Carolis e gli sforzi per la sua ricollocazione storica, e fa “cantare” la storia, trasponendo in musica il testo
54 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IV