Page 83 - Notiziario 2019-5
P. 83

CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA






                                                      di DANIELE MANCINELLI






            Tra  i  fatti  più  signifcativi  avvenuti  a  Roma  dopo  l’Unità  e  la

            proclamazione del Regno d’Italia, vi fu l’attentato del 22 ottobre 1867

            alla  caserma  Serristori,  centro  di  comando  degli  Zuavi  Pontifci.

            Nell’esplosione rimasero uccisi diversi zuavi e due civili che passavano

            sfortunatamente lì in quel momento. Cercherò di ricostruire quei momenti

            partendo da due protagonisti. Ci parleranno una delle vittime, la piccola

            Rosa, e uno degli “sconosciuti” attentatori; in più andremo a vedere i cimeli

            di qull’epoca, custoditi nel Museo Storico dell’Arma



            «…Tata,  così  chiamiamo  i  papà  a  Roma,  me  diceva  era accampato nella campagna romana, le porte delle
            “tranquilla regazzì! er Generale ariverà presto e presto  mura Aureliane erano barricate, cannoni erano quasi
            saremo italiani!” io lo immaginavo quel momento ma      in tutte le piazze e le strade deserte erano il presagio
            mi  sembrava  così  lontano.  Io  me  chiamo  Rosa,  Rosa  di avvenimenti imminenti.
            Ferri...»                                               «… sta sera papà e mamma me portano a fa na passeggiata,
            «…Gli Zuavi Pontifici sono troppi, le pattuglie battono  vonno che respiri l’aria de fermento che infiamma Roma
            le  strade  di  Roma  giorno  e  notte,  sui  sampietrini  si  ma, ma in giro non c’è nessuno, sembra che tutti dormano
            sentono solo i loro stivali, cominciano ad essere fastidiosi.  già, guardo Tata e i suoi occhi sembrano sognanti...»
            Oggi 20 ottobre 1867 Enrico e Giovanni Cairoli sono     «…il  comitato  rivoluzionario  ha  estratto  a  sorte  tre
            partiti da Terni con un gruppo di garibaldini, hanno    nomi. Vogliono un attacco contro la caserma Serristori a
            navigato il Tevere e  si incontreranno con gli insorti  Borgo per aiutare i Cairoli e lo vogliono sta sera, dicono
            romani  a  villa  Glori.  Sta  sera  abbiamo  un  incontro  che al momento dell’esplosione sarà piena di uomini e che
            con il comitato rivoluzionario, i tempi sono maturi…    solleverà il popolo finalmente. Bè! di quei nomi estratti
            chi sono? Non importa, non serve un nome ad un rivo-    il mio fu il primo. Tutto fu preparato in fretta, tre barili
            luzionario…»                                            di  polvere  nera  e  tre  micce  erano  accantonate  sotto  il
            La “questione romana” è stata una delle pagine più      tavolo di casa, eravamo pronti. Siamo usciti ognuno con
            difficili della storia dell’unità d’Italia e di quella di  il proprio barile e ci siamo avvicinati alla caserma degli
            Roma. Agitazioni popolari e attentati si verificavano   Zuavi Pontifici…»
            in tutti i rioni della Città eterna, ultimo baluardo del  Garibaldi  aspettava  che  Roma  si  sollevasse,  che  il
            potere temporale del Papa. I rivoluzionari volevano     popolo insorgesse in modo da poter attaccare la città
            la presa di Roma da parte del neo costituito esercito   e entrarvi da liberatore; effettivamente gli scontri a
            Italiano  e  la  liberazione  da  quel  giogo  diventato  fuoco e gli attentati dinamitardi erano veramente al-
            ormai insostenibile. Nel 1861 nel Regno Pontificio si   l’ordine  del  giorno  ma  nessuno  così  eclatante  da
            istituì un corpo di Zuavi, volontari (principalmente    smuovere tutti gli animi.
            francesi) che erano accorsi in difesa del Papa. Garibaldi  «…era la sera di martedì 22 ottobbre 1867. Abbiamo



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV  83
   78   79   80   81   82   83   84   85   86   87   88