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PAGINE DI STORIA
FRANCESCO PEPICELLI CON LA PROPRIA
FAMIGLIA A ROMA, PIAZZA DEL POPOLO
mie parole, forse scritte tante anni fa o solo da pochi, il
mio corpo è immoto, la mia vita è spenta, mentre la mia
anima è già innanzi al Tribunale Divino per il giudizio
finale.
Ti sarò anche allora come oggi, con lo spirito sem-
pre vicino… mi ricorderai e farai sì che la nostra bam-
bina, anche se sarà molto grande e donna, non dimentichi
mai suo padre.
A te Biancamaria che fosti l’unico scopo della mia
vita, il tuo “Babbuccio”, come lo chiamavi a due anni, ti
augura una vita lunghissima e bella e tanta felicità per
quanta ne desideri. Sii buona mia cara, abbi fede in Dio,
conserva la tua bontà di animo e di cuore, e tutto l’amore
per mamma tua, come hai sempre dimostrato. Ricordami
sempre e ricorda quanto di buono e di bello ti ho inse-
gnato… Ignoro oggi quale sarà la mia morte e quando
essa avverrà; sono pronto al passo estremo sin da questo
momento…desidero però che essa fosse per la mia cara
Patria, poiché sono convinto che è la più bella e la più
santa. Non ho, ne ebbi mai, simpatia né ammirazione
per qualsiasi partito politico, ma solo per la nostra Italia
per la quale ho offerto tutta la mia migliore età della mia
esistenza.
Comunque ed ovunque avvenga la mia morte
desidero che le mie spoglie restino allo stesso posto ove
chiuderò la mia esistenza.
Non voglio assolutamente pompe o cerimonie ap-
parenti. Non funerali di classe; non fiori né ceri. Sono parole che ci dicono molto di che persona fosse
Il mio corpo non dovrà essere vestito, ma solo av- Francesco.
volto in un comune lenzuolo e rinchiuso in una cassa co- L’ultima lettera di Francesco Pepicelli è senza data
mune, senza iscrizione né ornamenti, ma solo una croce ma, dal tono preoccupato e dalla citazione di Roma
e con un Sacerdote, col mezzo dei più modesti accompa- come “città aperta”, si intuisce che sia dei giorni im-
gnato al Cimitero del luogo…non voglio pubblicità… mediatamente a ridosso, poco prima o poco dopo,
Nessuna tomba o altro ricordo marmoreo o di dell’8 settembre. Poi il silenzio. Roma è occupata e
qualsiasi genere, ma una comune croce in campo co- Pepicelli comincia a prendere contatto con le bande
mune… Io nacqui povero, ho vissuto povero ed onesta- clandestine che già si stanno formando. Della sua at-
mente e voglio chiudere la mia esistenza nella stessa tività nella Resistenza c’è un’ampia documentazione
condizione. nell’Archivio Storico dei Carabinieri. Quasi tutti i
documenti riportano la firma del generale Filippo
Francesco Pepicelli di Giuseppe” Caruso e riguardano la richiesta di status di parti-
18 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV