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CARABINIERI DA RICORDARE
in Africa Orientale. L’11 giugno giunse a destinazione, matiche circostanze Antonio D’Andrea fu per tutti un
ad Addis Abeba, e fu inquadrato nell’omonimo Gruppo “esempio ammirevole” di coraggio e buon umore, sentimenti
Carabinieri Reali. I primi mesi passarono tranquilli tra che Antonio traeva pensando alla famiglia lontana, alla
turni di vigilanza, pattuglie e posti di controllo. Appena moglie, alla propria sorella Carolina. Appena le condizioni
possibile Antò, così familiarmente era chiamato, si ri- lo permettevano scriveva a casa. Alla piccola figlia:
trovava con i suoi commilitoni. Presto divenne, per “cara sisinella comportati in modo degno da sentirmi fiero
loro, un punto di riferimento. Una voce di conforto e per il fatto che tu sia mia figlia”.
incoraggiamento per i più giovani. Un leale compagno Frattanto il 3 giugno 1941, il 3°Gruppo, cosí era stato
per i più anziani. Un fedele e affidabile collaboratore riorganizzato e denominato il Gruppo Carabinieri di
per i superiori. Le sue virtù umane, era generoso e Addis Abeba, ricevette l’ordine di raggiungere la sede
altruista, sommate a una spiccata professionalità, gli del Comando di Difesa del Bottego. All’alba del cinque
consentirono di farsi amare anche fuori delle mura gli uomini, agli ordini del Tenente Colonnello Calderari,
della caserma. Numerose furono le testimonianze raggiunsero l’obiettivo. Lo stesso giorno, anniversario
d’affetto che ricevette dalla popolazione locale, come della festa dell’Arma, si recò a far visita il Generale
riportato nelle missive alla famiglia. Taddei. L’alto ufficiale si fermò a rincuorare gli animi e
La guerra incombeva. Gli Inglesi intendevano dare a distribuire ai carabinieri viveri di conforto, sigarette,
una dura lezione agli Italiani, che s’erano alleati con un liquori e generi di prima necessità. Al termine della
esercito (quello tedesco) che nulla aveva in comune visita, nonostante avessero assoluto bisogno di riposo,
con loro. L’offensiva fu terribile, una decisa manovra a si disposero sulla sponda destra del Bottego e alle 14
tenaglia che aveva lo scopo di annientare e scacciare presero in consegna la sede del Comando di Difesa.
definitivamente le truppe italiane da tutto lo scacchiere Un’ora dopo, il reparto venne attaccato. È qui che il ca-
dell’Africa Orientale. L’avanzata raggiunse minacciosa rabiniere Antonio D’Andrea trovò tragicamente la
anche Addis Abeba (all’epoca Africa Orientale Italiana, morte. Ma il suo sacrificio non fu vano. Fino all’ultimo
oggi Etiopia) che venne dichiarata “città aperta”, per respiro incoraggiò i suoi colleghi, perfino i superiori, a
evitare che la popolazione civile subisse gravi conseguenze. resistere per salvarsi da quell’accanito combattimento.
I due eserciti raggiunsero un compromesso. Quello ita- In molti ci riuscirono. Per il coraggio mostrato al Cara-
liano avrebbe consegnato la città agli inglesi. Quest’ultimi biniere Antonio D’Andrea venne concessa la Medaglia
s’impegnavano a non attaccare i reparti avversari fino a d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
quando non fossero lontani dal centro urbano. Alle ore “Durante aspro combattimento impegnato dal suo reparto,
12 del 5 aprile 1941 i carabinieri del Gruppo di Addis rimasto improvvisamente circondato dal nemico, trascinava
Abeba lasciarono la città. Destinazione Succurrù, oltre coll’esempio ammirevole del suo slancio i suoi compagni
il fiume Omo Bottego, per unirsi alle truppe del alla lotta. Ferito gravemente alla testa e all’addome
Generale Mambrini. Fu una “Lunga Marcia” (vedi No- continuava a combattere finché, privo di forze, si accasciava
tiziario Storico N. 1 Anno IV, pag. 62) durante la quale spirando, dopo aver fino all’ultimo incitato i compagni a
i Carabinieri del Gruppo e con essi Antonio D’Andrea, resistere. Magnifico esempio di virtù militari - Omo Bottego
vissero giornate dure. Trascorsero notti insonni, patirono Africa Orientale 5 giugno 1941 Comando Superiore CC
la fame e la sete, continuamente attaccati dai reparti dell’Africa Orientale DPR 17 novembre 1950”. Pochi
inglesi. Costantemente braccati dalle tribù ostili. Come giorni dopo, due carabinieri si presentarono a casa del
tramandato dal Carabiniere Ferdinando Guariniello, signor “Ciccio”, fratello maggiore del Carabiniere d’An-
compaesano e compagno d’arme, anche in tali dram- drea, e gli comunicarono la tragica notizia. La figlia
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