Page 93 - Notiziario 2019-4
P. 93

CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA






























                                                             IL KOGATANA (PICCOLO COLTELLO) INSERITO NEL FODERO IN BAMBOO











                 IMPUGNATURA VISTA DAI DUE LATI, OVE E POSSIBILE
               APPREZZARE I MENUKI POSIZIONATI A DIVERSE ALTEZZE




                                                                    PARTICOLARE
                                                                    DELL’ESTREMITÀ
                                                                    DELL’IMPUGNATURA
                                                                    DELLA TSUKA


            rivelare notizie sul suo fabbricante. Rimosso lo strato  del bamboo. Il samurai come dicevamo le portava a
            di argilla cotta, si provvedeva ad una prima sgrezzata  coppia  ma  se  doveva  lasciare  la  grande  katana per
            del filo e dei lati; ma era compito di un altro artigiano  motivi di obbedienza al suo signore o per cerimonie,
            esperto  solo  di  affilatura  e  lucidatura,  dare  la  forma  non si separava mai dalla piccola, che era chiamata “la
            finita. “Sbiancata” e affilata la lama, veniva assemblata  guardiana dell’onore”. Questo appellativo le era stato
            al fornimento ed era pronta per essere impugnata da     dato  perché  si  portava  infilata  nella  grande  cintura
            un degno guerriero. Per il samurai (“colui che serve”),  davanti al ventre, sede dell’anima nella cultura giapponese
            la Katana e la Wakizashi erano simboli di alto lignaggio  “hara”. In assenza del coltello, il “tanto”, veniva utilizzata
            e prestigio, dai quali era inseparabile; legame profondo  per il suicidio rituale, il “seppuku”, che si svolgeva col-
            che poteva rompere solo la morte.                       pendosi da soli all’addome.
            La coppia delle due armi è chiamata “dai-sho” (grande   Per osservare una Wakizashi non c’è bisogno di arrivare
            e piccola,) la lunghezza della Wakizashi era la metà di  in  Giappone  o  chissà  in  quale  museo  dedicato.  Nel
            una Katana e poteva variare da un “shaku” (30,3 cm) a   Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri è custodito
            due “shaku” (60,6 cm), questa unità di misura derivava  un angolo prezioso d’oriente, un pezzo di questa mil-
            dalla distanza naturale che c’è tra due sezioni nodose  lenaria tradizione con la Wakizashi donata al Generale



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV  93
   88   89   90   91   92   93   94   95   96   97   98