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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
ricevere la sua anima”. Il maestro armaiolo osservava il
colore molto attentamente e “quando diventa del colore
del sole al tramonto” l’arma veniva immersa in acqua
fredda. Lo shock termico incurvava nella sua forma
classica la Katana o la Wakizashi che si freddava velo-
cemente sul filo divenendo durissimo mentre sul dorso
coperto di argilla si freddava gradualmente rimanendo
morbido (tempra differenziata). Sul punto di intersezione
dell’acciaio nudo da quello isolato dall’argilla, si creava
una linea visibile di congiunzione che una volta smaltata
donava due colori distinti al metallo. L’hamon nel suo
aspetto artistico è paragonabile ad un bagno acido e
nella sua unicità alle impronte digitali umane, essendo
anche lui irripetibile, addirittura cambia da lato a lato
della stessa arma; a un occhio esperto, l’hamon poteva
La fase successiva del processo univa questo composto
di acciaio a basso contenuto di carbonio, (dolce), ad un
guscio in acciaio ad alto contenuto di carbonio (duro).
Il maestro e due assistenti battevano questo “panino”
di ferro carbonico rovente fino a forgiare la lama.
Arrivati a questo punto era compito esclusivo del
maestro applicare uno strato di argilla isolante su
alcune sezioni della lama che permetteva durante il
processo di spegnimento il suo parziale isolamento e
la fuoriuscita di un disegno lungo tutta la lama. Questo
passaggio è conosciuto con il nome di “hamon”. Tale
genere di preparazione aveva una duplice funzione,
quella decorativa e quella di ottenere una tempra dif-
ferenziata. Difatti dopo aver arroventato il metallo, in
parte coperto dall’argilla, a 800°, la spada era “pronta a
92 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV