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CRONACHE DI IERI
VILLALBA. UNA FOTO D’EPOCA DELLA CHIESA MADRE
voluto far credere che Purpi si sarebbe immolato per
salvare la vita al capo mafia Calogero Vizzini, vero
obiettivo dell’attentato e all’epoca sindaco di Villalba.
Peccato che la sera del 4 dicembre 1943 Purpi non era
in sua compagnia.
Tra i due non intercorrevano in realtà buoni rapporti.
Il maresciallo aveva mal sopportato di essere stato co-
stretto a concedere il porto d’armi ad alcuni degli uomini
di Vizzini. Stando a quanto riporta la figlia di Purpi, la
madre le raccontava che il padre era stato assassinato
proprio per ordine di Vizzini, perché stava stilando un
rapporto sul suo conto.
Anche alcuni storici riportano che probabilmente è
stato proprio Vizzini a ordinare la morte di Purpi. Allo
stato non ne abbiamo prove concrete. Sappiamo tuttavia
che, al momento dell’agguato, Purpi era stato invitato
presso il Circolo ed era in compagnia di Beniamino
Farina, futuro sindaco di Villalba e nipote di Vizzini.
Si tenga inoltre presente che Vizzini è ritenuto uno dei
più potenti mafiosi dell’epoca, se non il più potente. In
alcune ricostruzioni storiche è persino ritratto come il
deus ex machina che, insieme a Lucky Luciano, ha pre-
parato il terreno allo sbarco alleato in Sicilia.
Vizzini è per certi aspetti una figura tristemente leg-
gendaria, ma il suo potere a Villalba era reale. Già nel muovendo per infangare Purpi e per farlo rimuovere.
1927, nel suo processo verbale su una vasta associazione La strategia comunque non aveva dato gli effetti desi-
mafiosa, il Maresciallo Paolo Bordonaro, Comandante derati. Rimangono numerosi interrogativi sull’assassinio
della Stazione di Sommatino, località in provincia di di Purpi. Però, dall’esame della documentazione storica
Caltanissetta, segnalava che un capo mafia gli aveva dell’Arma dei carabinieri è stato almeno possibile di-
raccontato che «non si moveva foglia in provincia di mostrare che è stato un sottufficiale zelante, che si è
Caltanissetta senza il nulla osta di Calogero Vizzini». battuto con tutte le sue forze per assolvere al proprio
Date le premesse viene da domandarsi se i Giambra dovere. In seguito alla morte dei fratelli Giambra du-
abbiano chiesto il benestare di Vizzini o se non sia stato rante il conflitto a fuoco, il comandante della Compa-
effettivamente lo stesso boss a ordinare loro di compiere gnia Esterna di Caltanissetta, ripercorrendo la vicenda
questo delitto. Sicuramente il maresciallo dava fastidio. di Purpi, ricorderà che il maresciallo è stato ucciso «per-
Già all’inizio del novembre del 1943, dunque prima del- ché, ligio al proprio dovere, li ricercava con zelo per evitare
l’evasione dal carcere mandamentale di Villalba di Igna- che costoro organizzassero una banda, continuassero a per-
zio Giambra, il comandante della Legione di Palermo petrare indisturbati i loro delitti, soprusi ed angherie ai
aveva ricevuto una denuncia anonima in cui Purpi veniva danni della buona popolazione».
accusato di cooperare con la mafia. Qualcuno si stava Diego Scarabelli
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV 77