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CRONACHE DI IERI
Alla reazione italiana
e in particolare ai
La sera stessa il plotone di carabinieri paracadutisti
si spostò a Mansura, una località nei pressi di Cirene rastrellamenti dei
e alle ore 5 e 30 del giorno successivo, iniziò il servizio
di rastrellamento nel territorio ad ovest della diret-
trice Cirene-Apollonia. Sin dalle battute iniziali Carabinieri riescono
l’unità assunse una formazione aperta, a squadre, per
poter meglio ispezionare, in ogni minimo anfratto, il a sottrarsi appena
terreno ricco di grotte e di fitta vegetazione. Durante
il tragitto tutte le persone individuate furono fermate
e interrogate. due uomini tra
Intorno alle ore 10 e 30 di quel 19 novembre 1941, a
circa 15 Km da Mansura, i carabinieri avvistarono i Commandos
degli uomini che sembravano vestire abiti arabi. Que-
sti, accortisi della presenza dei carabinieri, si nascosero britannici, che
dietro dei grandi massi. La reazione insospettì il sot-
totenente Sandulli che attraverso il carabiniere libico
Amet Mohamed, conoscitore della lingua locale, in- raggiungono
timò loro di uscire allo scoperto, senza ottenere risul-
tati. A tale comportamento l’intero plotone iniziò ad fortunosamente
avanzare lentamente, con le dovute accortezze, accom-
pagnato da continue richieste del carabiniere libico di
uscire allo scoperto. La risposta fu invece violenta: gli le proprie linee
uomini sparano contro i carabinieri, costretti a rispon-
dere al fuoco. Gli individui, messi in fuga, si diressero soltanto 41 giorni
verso il fitto bosco alle loro spalle, inseguiti dai carabi-
nieri paracadutisti per un breve tratto, finché divennero
bersaglio di intense raffiche di mitragliatrice. Al fuoco più tardi
avversario i carabinieri opposero quello di tre armi au-
tomatiche in dotazione al plotone, a protezione del-
l’unità che intanto si era allargata con l’intento di
circondare il nemico. Vistisi accerchiati i fuggitivi ef- fu messo in salvo grazie all’intervento del carabiniere
fettuarono una manovra di ripiegamento, dirigendosi Serafico Sordi. Attesa la situazione, per far desistere il
verso una vicina grotta. Il movimento non sfuggì al nemico senza ulteriore spargimento di sangue, il sot-
sottotenente Sandulli Mercuro, che ordinò alla squadra totenente Sandulli Mercuro architettò una trappola.
posta frontalmente alla grotta di disporsi in modo de- L’ufficiale rivolgendosi agli uomini nascosti nella
filato, a non meno di 100 metri dall’ingresso e, con le grotta, gridò in lingua francese, minacciando l’utilizzo
altre due squadre, si avvicinò alla caverna. L’azione vide di un lanciafiamme, che però non aveva. Consapevoli
lo scambio di un intenso volume di fuoco, in cui rima- di essere intrappolati e forse dando credito alla minac-
sero feriti i carabinieri Petracchi e Calanca. Quest'ul- cia, le cinque persone uscirono dalla grotta in fila in-
timo, colpito gravemente a un ginocchio da una raffica, diana, con le mani alzate. Si trattava di un ufficiale, un
72 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV