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PAGINE DI STORIA
l 14 giugno 1944 tre soldati delle SS pro- Il Maggiore Pasquale Infelisi era stato destinato al
cedevano per un sentiero solitario. Al cen- Gruppo di Macerata il 24 marzo 1942. Sin dai primi
I tro un ufficiale dei carabinieri era costretto mesi al comando di quel reparto non aveva fatto molto
a seguirli incalzato dalle canne delle mitragliette. A mistero del disprezzo che nutriva per le autorità e per
un tratto la quiete malinconica della campagna mar- le ideologie di regime. Il suo atteggiamento verso le au-
chigiana veniva interrotta da alcune raffiche di mitra torità politiche era sempre stato cauto, diffidente e di-
seguite da un grido soffocato. L’odore acre della pol- staccato. Una condotta che mantenne anche durante le
vere da sparo si spanse nell’aria e alla moltitudine dei fatidiche ore che seguirono l’Armistizio. Animato dal-
colori di quel sereno crepuscolo si sostituì il pallore l’amore per la libertà e la giustizia non ebbe mai un at-
del volto esanime dell’ufficiale, coperto, in parte, dal timo di esitazione. Mai un dubbio sulla decisione da
terreno secco. A poche centinaia di metri, nella segre- prendere. Mai un ripensamento. Pasquale Infelisi era un
gazione forzata di un manicomio trasformato in car- Ufficiale dei carabinieri con gli alamari cuciti sulla pelle,
cere, si sentivano ancora le urla disperate di una donna come si direbbe oggi. Aveva giurato fedeltà al Re e agli
cui era stato strappato il marito e i pianti strazianti dei Italiani. Sapeva cosa doveva fare: rimanere al proprio
figli cui era stato portato via il padre. Così cadde, sotto posto, accanto alla popolazione civile. Presidiare le ca-
il fuoco tedesco, un altro martire dell’Arma dei Cara- serme dell’Arma evitandone il saccheggio. Vicino ai
binieri, il Comandante del Gruppo di Macerata. suoi uomini. A difenderne la vita e l’indipendenza.
L’uomo che né lusinghe né minacce avevano piegato Questo significava però assumere nei confronti delle au-
alla volontà nazifascista. torità occupanti un comportamento non solo poco col-
Era l’epilogo funesto di uno spietato braccio di ferro, laborativo, come sino ad allora, ma contrastarle e sfidarle
durato mesi, tra le autorità occupanti e i carabinieri di senza esclusione di colpi. Ostacolare e sabotare le atti-
quella provincia, rappresentati e tutelati dall’ufficiale. vità nazifasciste senza timore di ripercussioni.
Il Maggiore Infelisi era stato destinato
al Gruppo di Macerata il 24 marzo 1942.
Al momento dell’Armistizio non ebbe dubbi
né esitazioni, occorreva restare al proprio
posto, difendere la popolazione, boicottare
l’occupante nazista, aiutare la Resistenza
16 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV