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PAGINE DI STORIA
Posto in
congedo dopo Macerata fu chiesto di aderire alla repubblica sociale.
Allo stesso tempo furono impartite le disposizioni per
aver rifiutato il giuramento. Il Maggiore Infelisi, con coraggiosa ri-
solutezza, non esitò ad opporre nuove resistenze, riu-
di aderire scendo a ottenere che per i militari del suo comando
si soprassedesse a tale atto, mentre convocò i suoi di-
retti collaboratori spiegando loro chiaramente e one-
alla R.S.I., stamente la situazione. Fu un pronunciamento
unanime: “nessuno aderì, nessuno giurò”. L’intento del-
l’ufficiale era quello di guadagnare tempo, in attesa
continuò a dell’avanzata alleata e della conseguente liberazione
della provincia di Macerata. Contestualmente l’Infelisi
guidare dalla e tutti gli ufficiali dipendenti presentarono domanda
di congedo. Le autorità militari e politiche occupanti,
clandestinità ormai consapevoli dell’attività sabotatrice dell’ufficiale
e dei suoi carabinieri, ritennero opportuno sbarazzar-
sene e, il 19 di quello stesso mese, lo collocarono in-
i suoi uomini sieme ai suoi collaboratori in congedo. Al Maggiore
fu tolto l’alloggio di servizio e fu costretto a vivere in
contro ogni semi clandestinità. La nuova situazione non gli impedì
però di proseguire la lotta contro l’invasore.
barbarie e sopruso Alla fine di quel mese per i carabinieri del Gruppo di
Macerata iniziarono tempi duri. Come primo atto in-
timidatorio furono immessi nelle Stazioni dipendenti
elementi della milizia. Il provvedimento provocò
nuove defezioni. I carabinieri più determinati e senza
saltò dal mezzo e tentò la fuga. Un ufficiale tedesco vincoli familiari si unirono alle bande partigiane.
lo inseguì arma in pugno. Rimbombarono alcuni I meno fortunati furono costretti a convivere con i mi-
colpi, fortunatamente andati a vuoto. Vistosi braccato, liziani (generalmente di scarsa formazione militare, as-
il Maresciallo Giordano decise di affrontare il ne- serviti al nemico, privi di senso di giustizia e di
mico. Seguì una dura colluttazione. Alla fine riuscì a cultura). Resistere! Sopravvivere! Fu quella una prova
disarmare il tedesco e a scappare. Pochi giorni dopo, assai ardua. Ma non furono lasciati soli. Tra mille dif-
il Capitano Gabrielli, il Tenente Chilosi e il Mare- ficoltà il Maggiore Infelisi continuò, attraverso espe-
sciallo Murru furono arrestati dai tedeschi e accusati dienti e la fitta rete di collegamenti, a impartire ordini
di aver sottratto ingenti quantità di grano già requi- e direttive. Lo scopo era quello di sottrarre i suoi ca-
sito e da destinare in Germania. I tre furono rilasciati, rabinieri a ogni corresponsabilità con gli abusi nazifa-
previa diffida, solo dopo l’intercessione del Maggiore scisti. E i carabinieri eseguirono compatti. In non
Infelisi, che non esitò a sfidare il nemico asserendo poche occasioni i militari dell’Arma di Macerata riu-
che le prove prodotte contro i suoi uomini erano false. scirono a frenare l’attività criminosa dei miliziani, spe-
Nel febbraio del 1944 ai carabinieri del Gruppo di cialmente di quelli più violenti. Così accadde alle
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV 19