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PAGINE DI STORIA













            Tramontata  l’ipotesi  di  un’insurrezione  armata,  il
            Maggiore Infelisi, supportato dal Capitano Alfonso
            Vetrano, Comandante della locale Compagnia, iniziò
            un’opera tanto meticolosa quanto pericolosa. Trasfor-
            mare il Gruppo che comandava in un’organizzazione
            semiclandestina che da un lato avrebbe continuato a
            svolgere regolare servizio d’istituto accanto alla po-
            polazione ma contestualmente pronta per essere im-
            piegata in operazioni militari contro i tedeschi.
                                                                                                                IL CAPITANO
            Le iniziative “sotto copertura” della formazione non si
                                                                                                             ALFONSO VETRANO
            fecero attendere. Occorreva aiutare le bande parti-                                                (NEL GRADO DI
                                                                                                               COLONNELLO)
            giane che si andavano costituendo sui monti a trovare
            armi e munizioni. Le poche pistole di proprietà pri-
            vata e qualche mitraglietta reperita casualmente non
            sarebbero state sufficienti per combattere l’equipag-
            giato esercito tedesco. Molte armi e munizioni, anche
            di grosso calibro, giacevano abbandonate nella polve-
            riera del disciolto presidio militare: andavano recupe-
            rate. L’operazione fu ideata e pianificata dal Maggiore
            Infelisi. L’ordine di attuarla venne affidato al Capitano
            Vittorio Gabrielli, Comandante della Compagnia di
            Camerino, al Maresciallo Maggiore Antonio Gior-
            dano, al Maresciallo Capo Giuseppe Mezzini e al Vi-
            cebrigadiere  Vittorio  Sabatelli  della  Stazione  di
            Matelica. I militari nottetempo s’introdussero nei lo-
            cali dell’arsenale e recuperarono tutto l’armamento
            che fu successivamente distribuito tra le bande.        giore Infelisi si concluse con la fuga di numerosi pri-
            Frattanto la Wermacht, con un colpo di mano e senza     gionieri angloamericani dal campo di Sforzacosta.
            alcuno scrupolo, aveva occupato Macerata e tutta la     L’episodio destò le ire del comando tedesco e rafforzò
            provincia. Con il passare dei giorni i controlli dei te-  i  sospetti  che  questi  ultimi  già  nutrivano  verso  il
            deschi si fecero serrati. Agire senza destare sospetti  Maggiore e i Carabinieri del Gruppo. Tali diffidenze
            divenne sempre più difficile. Bisognava muoversi con    divennero certezze allorquando si ripeterono le azioni
            prudenza e oculatezza. Tra i vari espedienti posti in   contro i tedeschi che avevano per protagonisti i Ca-
            essere si rivelarono fondamentali le visite periodiche  rabinieri del Gruppo di Macerata. Ai primi di no-
            che il Maggiore Infelisi e il Capitano Vetrano effet-   vembre il Maresciallo Maggiore Antonio Giordano,
            tuavano ai comandi dipendenti. Queste sortite si di-    Comandante della Stazione di San Severino Marche,
            mostrarono il modo migliore per trasmettere ordini      fu accusato da alcuni delatori di aver consegnato un
            ai dipendenti sulle azioni da intraprendere contro      ingente quantitativo di armi alle bande partigiane. Il
            l’occupante, destando pochi sospetti. Nell’ottobre del  sottufficiale venne arrestato e caricato su un auto-
            1943 un’operazione diretta personalmente dal Mag-       carro. Durante il tragitto verso la prigione, Giordano



            18 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV
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