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PAGINE DI STORIA




                                                                        Difficile sostenere


                                                                      l’assoluta estraneità


            Aloia, e il ministro della difesa Andreotti. Il 16 de Lo-
            renzo e Vicari furono informalmente convocati dal ver-        del Governo alle
            tice Dc, presidente incaricato (Moro), segretario (Ru-
            mor) e presidenti dei gruppi parlamentari (Zaccagnini           predisposizioni
            e Gava). Moro ne informò Nenni, riferendogli che i
            due alti funzionari avevano assicurato “che la situazione
            era perfettamente controllata e l’ordine pubblico non          volute da Segni.
            correva alcun serio rischio”, ma che avevano raccoman-
            dato “una sollecita soluzione della crisi appunto perchè       Il piano di difesa
            la tensione non sboccasse in manifestazioni di piazza”.
            Quest’ultimo colloquio fu decisivo. Le trattative ripre-
            sero il 17. Il 22 il II governo Moro, anch’esso “organico  dell’ordine pubblico,
            di centrosinistra”, prestò giuramento.
            Dalle  direttive  emanate  da  de  Lorenzo  nel  1963-64  soltanto un abbozzo,
            emerge nettamente l’intendimento di potenziare l’im-
            piego in ordine pubblico dell’organizzazione territoriale       presto ritenuto
            dell’Arma, salvaguardando il prioritario impiego militare
            dei  reparti  mobili  (riuniti  ai  soli  fini  amministrativi
            nell’XI brigata meccanizzata, ma rimasti a diretta di-           tecnicamente
            sposizione dei prefetti e impiegabili fuori sede solo su
            autorizzazione specifica e congiunta dei ministri degli          inattuabile, fu
            Interni e della Difesa).
            L’idea  di  fondo  era  quella  di  sviluppare  l’operatività
            della componente urbana dei carabinieri. Un’idea accolta        lasciato cadere
            con malcelato e non infondato scetticismo da parte dei
            suoi  collaboratori,  che  la  consideravano  una “fisima”
            nata dal desiderio “di dimostrare l’efficienza e la pron-  E risultando evidente l’insufficienza della forza, pensò
            tezza dell’Arma rispetto alla Ps”.                      di risolvere il problema ricorrendo alle forze di mobili-
            Nacque di qui l’iniziativa di studiare un piano di difesa  tazione di 2° tempo, cioè alle “compagnie carabinieri
            minimo (piano  E.  s.,  poi  detto  piano  Solo),  limitato  richiamati” già previste dai piani di mobilitazione, fa-
            agli  obiettivi “vitali”,  da  attuarsi  in  alternativa  sia  ai  cendo studiare meccanismi tecnici per mobilitarle ra-
            piani  Apam  predisposti  dalla  Difesa,  sia  ai  piani  di  pidamente e in modo autonomo. Gli ufficiali incaricati
            emergenza predisposti nel 1962 dai prefetti delle 15    di elaborare gli studi lo fecero di malavoglia e senza
            aree urbane principali in esecuzione di specifica direttiva  convinzione, e trassero tutti la conclusione che il piano
            impartita da Vicari. In sostanza, de Lorenzo volle veri-  sarebbe stato tecnicamente inattuabile. Lo studio si tra-
            ficare la concreta possibilità di assicurare gli obiettivi  scinò per un anno, dal luglio 1963 al luglio 1964, e in
            essenziali di Polizia militare con l’impiego dei soli 20  seguito fu lasciato cadere, ad eccezione della parte rela-
            mila uomini di cui l’Arma disponeva nelle 10 città prin-  tiva  alle  nuove  procedure  di  richiamo  della  forza  in
            cipali (di cui 5.700 a Roma) e senza dover ordinare la  congedo.  Quando  la  crisi  politica  giunse  all’acme,  il
            misura estrema dell’“abbandono delle stazioni”.         piano non era ancora pronto (i relativi documenti sono




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            12 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV2 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV
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