Page 12 - Notiziario 2019-4
P. 12
PAGINE DI STORIA
Difficile sostenere
l’assoluta estraneità
Aloia, e il ministro della difesa Andreotti. Il 16 de Lo-
renzo e Vicari furono informalmente convocati dal ver- del Governo alle
tice Dc, presidente incaricato (Moro), segretario (Ru-
mor) e presidenti dei gruppi parlamentari (Zaccagnini predisposizioni
e Gava). Moro ne informò Nenni, riferendogli che i
due alti funzionari avevano assicurato “che la situazione
era perfettamente controllata e l’ordine pubblico non volute da Segni.
correva alcun serio rischio”, ma che avevano raccoman-
dato “una sollecita soluzione della crisi appunto perchè Il piano di difesa
la tensione non sboccasse in manifestazioni di piazza”.
Quest’ultimo colloquio fu decisivo. Le trattative ripre-
sero il 17. Il 22 il II governo Moro, anch’esso “organico dell’ordine pubblico,
di centrosinistra”, prestò giuramento.
Dalle direttive emanate da de Lorenzo nel 1963-64 soltanto un abbozzo,
emerge nettamente l’intendimento di potenziare l’im-
piego in ordine pubblico dell’organizzazione territoriale presto ritenuto
dell’Arma, salvaguardando il prioritario impiego militare
dei reparti mobili (riuniti ai soli fini amministrativi
nell’XI brigata meccanizzata, ma rimasti a diretta di- tecnicamente
sposizione dei prefetti e impiegabili fuori sede solo su
autorizzazione specifica e congiunta dei ministri degli inattuabile, fu
Interni e della Difesa).
L’idea di fondo era quella di sviluppare l’operatività
della componente urbana dei carabinieri. Un’idea accolta lasciato cadere
con malcelato e non infondato scetticismo da parte dei
suoi collaboratori, che la consideravano una “fisima”
nata dal desiderio “di dimostrare l’efficienza e la pron- E risultando evidente l’insufficienza della forza, pensò
tezza dell’Arma rispetto alla Ps”. di risolvere il problema ricorrendo alle forze di mobili-
Nacque di qui l’iniziativa di studiare un piano di difesa tazione di 2° tempo, cioè alle “compagnie carabinieri
minimo (piano E. s., poi detto piano Solo), limitato richiamati” già previste dai piani di mobilitazione, fa-
agli obiettivi “vitali”, da attuarsi in alternativa sia ai cendo studiare meccanismi tecnici per mobilitarle ra-
piani Apam predisposti dalla Difesa, sia ai piani di pidamente e in modo autonomo. Gli ufficiali incaricati
emergenza predisposti nel 1962 dai prefetti delle 15 di elaborare gli studi lo fecero di malavoglia e senza
aree urbane principali in esecuzione di specifica direttiva convinzione, e trassero tutti la conclusione che il piano
impartita da Vicari. In sostanza, de Lorenzo volle veri- sarebbe stato tecnicamente inattuabile. Lo studio si tra-
ficare la concreta possibilità di assicurare gli obiettivi scinò per un anno, dal luglio 1963 al luglio 1964, e in
essenziali di Polizia militare con l’impiego dei soli 20 seguito fu lasciato cadere, ad eccezione della parte rela-
mila uomini di cui l’Arma disponeva nelle 10 città prin- tiva alle nuove procedure di richiamo della forza in
cipali (di cui 5.700 a Roma) e senza dover ordinare la congedo. Quando la crisi politica giunse all’acme, il
misura estrema dell’“abbandono delle stazioni”. piano non era ancora pronto (i relativi documenti sono
1
12 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV2 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV