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PAGINE DI STORIA






               Lo scetticismo sulle


                 sorti di Fiume che                                 d’Annunzio che evidentemente teme l’Arma, consape-


                inizia a propagarsi,                                vole dell’inopportunità di assumere una posizione di

                                                                    netto contrasto. E a tal scopo, nel secondo manifesto,
                      poco influisce                                con linguaggio più piaggiatore che retorico, prova ad ir-
                                                                    retire tutti i Carabinieri rimasti in Italia, sollecitandoli
                                                                    a raggiungere Fiume per sostenerne la causa. Esordisce
             sull’opera quotidiana                                  ancora magnificando Vadalà e rievocando le sue virtù

                                                                    eroiche: «Abbiamo in Fiume un ammirabile capo: Rocco
                dei Carabinieri che                                 Vadalà; la nostra Legione dei Carabinieri volontari porta
                                                                    il suo nome glorioso. Tutti i Carabinieri che vorranno te-
                                                                    stimoniare la loro fede italiana, a Fiume d’Italia, saranno
             sempre più si trovano                                  accolti fraternamente, e largamente onorati dai cittadini e

                                                                    dai Legionarii. So che la nostra attesa non sarà vana. Qui
             a fronteggiare l’ostilità                              è l’Italia vera e il rifugio della Vittoria tradita!». È l’ulte-

                                                                    riore attestazione di volere la pace e non lo scontro. Ma
                 e la diffidenza dei                                la situazione a Fiume non cambia. Costretto all’autar-
                                                                    chia dall’embargo italiano e delle potenze alleate, d’An-
                                                                    nunzio  istituisce  un  ufficio “colpi  di  mano”  alla  cui
                   legionari e degli                                conduzione pone il folle Guido Keller, che durante la

                                                                    Grande Guerra aveva fatto parte della squadriglia di
                      ufficiali fedeli                              Francesco Baracca. L’ufficio si dà alla pirateria marit-
                                                                    tima, sequestrando navi mercantili in Adriatico, nonché
                                                                    al saccheggio notturno di negozi e botteghe per reperire
                      a d’Annunzio                                  derrate alimentari. Il Vate battezza queste bande con il

                                                                    nome di Uscocchi, rispolverando quello degli antichi
                                                                    pirati  balcanici.  Ormai  persuaso  che  il  progetto  di
                                                                    un’annessione stesse naufragando, d’Annunzio imprime
            stenza, voi date ancora una volta un nobile esempio adope-  un’accelerazione alla traiettoria repubblicana ed indi-
            randovi a pacificare gli animi, a preservare l’ordine civico,  pendentista che già l’impresa stava percorrendo. Con-
            a rasserenare la città che ha bisogno di tutte le sue forze sin-  trasti  e  lacerazioni  serpeggiano  tra  gli  ufficiali  e  i
            cere per condurre una lotta sempre più difficile. Oggi come  legionari rimasti comunque sempre fedeli al Re e con-
            ieri, come sempre, confido nel vostro spirito di sacrifizio e  trari a questa nuova posizione. Il poeta cerca di disin-
            nella vostra pura devozione alla Causa bella, che non deve  nescare queste inquietudini e, nell’estremo tentativo di
            essere né oscurata né traviata da turbolenze insulse. Il Vostro  pacificare gli animi, il 28 aprile organizza una cena in-
            Capo, l’integerrimo ed eroico soldato di Pralungo e di Ca-  vitando il Capitano Vadalà ed altri ufficiali “dissidenti”;
            stelletto, me ne vuol essere mallevadore». Giustifica con be-  ma la più parte di loro declina l’invito. Così scriverà Va-
            nevolenza  l’aggressore  Pietro  Belli,  richiama  alla  dalà al riguardo: «Il Comandante tenta ancora di dimo-
            concordia per il bene della causa fiumana e cerca ancora  strare un falso ravvedimento per sopire momentaneamente
            di fidelizzare i Carabinieri, coinvolgendo il Capitano  le critiche invitando ad un pranzo di conciliazione tutti i
            Vadalà che di quest’opera dovrà essere garante. È un    capi reparto [ma] nessun provvedimento era stato preso per



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV  19
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