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CRONACHE DI IERI
21 APRILE 1946, DOMENICA DI PASQUA,
ALL’INTERNO DEL CARCERE MILANESE
SCOPPIA UNA SANGUINOSA SOMMOSSA
el 1864 il Governo italiano commissiona al vraffollamento, doveva far fronte anche alle problematiche
Genio Civile per i fabbricati demaniali la pro- derivanti dalla convivenza di detenuti comuni, fascisti
Ngettazione di una nuova struttura carceraria e partigiani, reclusi per aver compiuto eccessi e reati di
capace di migliorare le condizioni di vita dei detenuti varia natura. Alle forti tensioni fra i detenuti si aggiun-
delle tre carceri di Milano. gevano poi le precarie condizioni igieniche ed il problema
La realizzazione del nuovo istituto di pena incontrò alimentare, con la somministrazione di pasti scarsi e di
però non poche difficoltà: il primo progetto, da subito cattiva qualità.
ritenuto inadeguato, dovette essere sostituito da uno Già nell’estate del 1945 detenuti fascisti e comuni del
nuovo, più completo e complesso. Successivamente in- quarto raggio avevano tenuto un’assemblea non auto-
tervennero difficoltà per il reperimento dei fondi per la rizzata, sfruttando la mancanza di porte e serrature
costruzione, superate solo grazie ad un accordo tra il delle celle dovuta alla scarsa manutenzione della struttura.
Comune di Milano e lo Stato. Infine, al termine dei Ad ottobre dello stesso anno una quindicina di detenuti
lavori, si resero necessari ben due collaudi per certificare riuscì persino ad evadere dal carcere, presumibilmente,
la rimozione del grave difetto costruttivo emerso a come qualcuno sostenne, grazie al favoreggiamento di
seguito dell’allagamento delle celle da acque piovane. alcuni custodi ex partigiani. Ma fu il 21 aprile 1946,
Costruito su modello americano, composto da un corpo giorno di Pasqua, che all’interno di San Vittore scoppiò
centrale e da sei raggi, il 24 giugno 1879, dopo quindici una vera e propria rivolta. Il noto bandito e fascista
anni, il carcere di San Vittore venne finalmente Enzo Barbieri e l’ex gerarca fascista Giuseppe Caradonna,
inaugurato. Nel corso della Seconda Guerra mondiale a capo di circa tremila detenuti, presero il sopravvento
alcuni raggi del carcere furono gestiti direttamente all’interno del carcere, dando vita a quella che sarebbe
dalle SS. In quella parte dell’istituto di pena i detenuti stata ricordata come la sommossa più violenta del do-
non rispondevano alla leggi italiane bensì soggiacevano poguerra a San Vittore. Presi in ostaggio i pochi agenti
all’arbitrio dei nazisti, che videro succedersi in qualità e carabinieri in servizio nel carcere i ribelli, armati, si
di comandanti il maresciallo Helmuth Klemm, il ma- erano diretti verso il cancello principale per tentare di
resciallo Leander Klimsa e il caporalmaggiore Franz evadere. Qui però ad ostacolarli si imbatterono nel
Staltmayer, soprannominato “la belva”. giovane agente di custodia in esperimento, Salvatore
Nonostante la fine della guerra le dure condizioni di Rap che, grazie al fuoco della sua mitragliatrice, si
vita all’interno del carcere di San Vittore non miglio- oppose a quel tentativo di fuga fino a quando un
rarono molto. La struttura, oltre al problema del so- proiettile, sparato dai rivoltosi, non lo attinse in pieno
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III 71