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CRONACHE DI IERI
L’uomo, alcolizzato,
era spesso
della porta d’ingresso che mena sul corridoio, un pezzetto
di piombo che ha tutti gli elementi d’un proiettile della ri- scontroso, irascibile
voltella con cui il Placidi Giovanni esplose due colpi contro
i suddetti carabinieri che si onora – continuava il Mare- e paranoico nella
sciallo Nardi riferendo di aver proceduto al sequestro
del frammento di ogiva – trasmettere alla S.V. Ill.ma,
facendo conoscere che gli oggetti formanti corpo di reato, presunzione
descritti sul verbale N. 74 del 27 andante, più il proiettile
positati nella cancelleria penale dei corpi di reato al Palazzo dell’infedeltà della
estratto dalla coscia del Carabiniere De Julis, vennero de-
dei Filippini”.
Dagli atti raccolti nel corso dell’istruttoria, ma soprattutto consorte, mentre
dalle dichiarazioni dei testimoni, emerse come il
rapporto coniugale tra il Placidi e la moglie Maria quest’ultima, per
fosse molto deteriorato a causa di continui litigi che
tutelare la quiete
scaturivano poiché l’uomo, alcolizzato cronico, era
spesso scontroso, irascibile e paranoico nella presunzione
dell’infedeltà della consorte, mentre quest’ultima, per
tutelare la quiete familiare, con rassegnazione, quasi familiare, con
quotidianamente era costretta a subire gli umori e i
maltrattamenti del marito. rassegnazione,
Camillo Ansuini affermò: “Da sei anni – quindi dal
1904 – ero coinquilino dei coniugi Placidi che mi avevano
subaffittato una camera e una cucina. In tutto questo subiva gli umori
periodo di tempo il Placidi ha sempre trattato male e
onestissima”. Dichiarazioni simili vennero rilasciate e i maltrattamenti
percosso la moglie sebbene ella fosse un’ottima donna ed
anche da Rosina Buffoni, la quale da meno di un anno
abitava con i coniugi Ansuini ma già era in grado di del marito
poter affermare che “Negli otto mesi da che io ero vicina
dei coniugi Placidi ho avuto motivo di convincermi che il
Placidi stesso odiava la moglie perché ogni giorno la mi- caduto, intorno alle nove di sera, che le urla provenienti
nacciava, la ingiuriava atrocemente e le infliggeva delle dall’abitazione dei Placidi avessero destato apprensione
busse, mentre ella era una buona donna di famiglia e di e spavento nel giovanetto e nella madre che, precipitatisi
buon indole”. giù dal secondo piano, avevano visto Giovanni Placidi
Circa un mese e mezzo prima di quello sfortunato 26 con le mani strette intorno al collo della moglie:
aprile – stando alle dichiarazioni rese dal giovanissimo “aiutato da mia madre Libianchi Maria – si legge – do-
Alfredo Di Berto che nella sua lunga deposizione vemmo faticare assai per liberare quella poveretta. Poco
aveva illustrato lucidamente un altro preciso episodio più tardi colui lanciò anche un tegame di fagiuoli contro
di maltrattamento subito da Maria Aleandri – era ac- la moglie. Accorsi i carabinieri, avendo ritenutolo pazzo
56 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III