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PAGINE DI STORIA
Circa la metà
del personale fare assegnamento sulle importazioni. Durante i
primi due anni di guerra, l’Amministrazione forestale
venne richiamato fece fronte alla conservazione del patrimonio boschivo
nonostante le pressanti esigenze dell’Esercito, della
alle armi al Marina, delle Industrie belliche, delle popolazioni,
che non esitavano a sostenere un regime di concor-
momento renza, scarsamente rispettoso delle regole di gestione
selvicolturale e di mercato.
della mobilitazione. Antonio Sansone (1866-1923) era stato nominato
LA FIGURA DI ANTONIO SANSONE
Moltissimi Direttore Generale delle foreste nel 1912. Fortemente
convinto che la funzione prioritaria dello Stato fosse
quella di promuovere l’economia nazionale, mentre
furono i volontari ai privati doveva venire lasciato il compito dello svi-
luppo, si trovò a gestire il periodo più critico per
l’Amministrazione forestale, durante il conflitto. Il
Direttore Generale delle foreste per evitare il de-
che la maggior parte del legname da opera ed i pauperamento del patrimonio boschivo era riuscito
segati di conifere provenivano dall’Austria e dai suoi ad ottenere una maggiore presenza degli Ispettori e
alleati, per circa 3.000.000 metri cubi annui, rispetto dei tecnici del Corpo Reale delle Foreste nei Consigli,
alla produzione media annua nazionale di 500 mila nei Comitati e negli Organismi militari che avevano
metri cubi. la responsabilità di stabilire l’ammontare dei prelievi,
Per controllare la situazione degli approvvigionamenti i prezzi e le modalità per la fornitura del legname.
in seguito alla mobilitazione, era stato creato il Co- Sansone era giustamente preoccupato che i danni
mitato Agrario aggregato al Segretariato Generale provocati dalla guerra non riguardassero soltanto le
per gli Affari Civili del Comando Supremo, a cui zone travolte dagli eserciti, ma anche le modifiche
erano stati assegnati due valenti tecnici forestali, il alle strutture dei boschi nei quali si erano verificate
Professor Arrigo Serpieri (1877-1960) ed il Dottor utilizzazioni anticipate o mal condotte, il cui restauro
Giacomo Segala dell’Istituto Superiore Forestale di avrebbe richiesto tempi molto lunghi. Egli non esitò,
Firenze, che avevano predisposto un dettagliato rap- quindi, a rivolgere l’invito a tutti i Capi dei Com-
porto sulla guerra e la crisi del legname in Italia. Da partimenti e dei Distretti a non accogliere le domande
questo studio risultava che l’Esercito aveva consumato inviate dagli ufficiali, dai sottufficiali, dalle guardie,
pressoché tutto il legname disponibile nelle vallate dai boscaioli per l’arruolamento volontario nell’Esercito,
alpine e che i provvedimenti per promuovere maggiori che stava determinando il vuoto negli uffici e sul ter-
tagli all’interno avrebbero fatto sentire sul mercato il ritorio. La sua azione si concentrò soprattutto su ga-
peso dell’intensificata produzione solo nella seconda rantire un più razionale intervento sui boschi,cercando
metà del 1916 e nel 1917 ed era quindi necessario di far limitare gli sprechi ed i tagli non necessari.
38 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III