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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
CLETO LUZZI (1884-1952)
Allievo di Francesco Jacovacci e di Giulio
Aristide Sartorio all’Istituto di Belle Arti
di Roma (1901 - 1905) Luzzi si inserisce
a pieno titolo nel gruppo di pittori che
sul finire del XIX secolo elaborarono un
nuovo linguaggio formale, aggiornato
sulle correnti moderniste nate a cavallo
dei due secoli.
Il trasferimento a Bangkok, dopo la vit-
toria al concorso per la cattedra della
Reale Accademia di Belle Arti, rappresenta
una tappa cruciale del suo percorso arti-
stico: diventato pittore ufficiale di corte,
si dedica alla rappresentazione di temi
desunti da scene di vita quotidiana sia-
mese, ambientate in monumenti sacri e
civili o nelle strade, popolate da mercati
rumorosi ed affollati, della capitale del
regno.
Fu autore di numerose opere a carattere
religioso, ricevendo l'incarico, tra il 1914
e 1917, di affrescare l'abside della chiesa
di San Nicola in Arcione in Roma, che
custodì importanti tele di Guido Reni.
Successivamente le sue pitture decorarono
anche la chiesa di Santa Maria della Pace
a Roma, aperta al culto nel 1932.
STRALCI DI ARTICOLI DI CRONACA DELLA VISITA
DEL GENERALE AGOSTINI AL MUSEO STORICO DELL’ARMA
loro fianco, specialmente nella giornata di Gunu “Voce d'Italia” e la versione dattiloscritta di un ar-
Gadu, in cui rifulsero ancora una volta le eroiche, ticolo del Generale Boella, pubblicato sulla rivista
guerriere tradizioni dell'Arma Benemerita”. “La Fedelissima”; sono pure conservate alcune fo-
Prese poi la parola il Generale C.A. Riccardo Moizo tografie che ritraggono momenti di quella giornata.
il quale rilevò che “come l'Arma mirava prevalen- Il dipinto, dopo quasi 80 anni, è ancora esposto
temente alla bonifica sociale, la Forestale mirava nelle sale dello storico Istituto, ancora testimone
prevalentemente alla bonifica del suolo, ma entrambe dello spirito di abnegazione, che unì Carabinieri e
avevano l'animo volto alle più alte idealità della Forestali in quei giorni lontani, pur nel quadro di
Patria”. Così, in un'atmosfera di cordialità, la sug- un’impresa coloniale oggi incondivisibile, quasi
gestiva cerimonia si concluse nel sacrario dei Caduti, ad anticipare la recente confluenza del Corpo Fo-
quale rito di solidarietà nel comune spirito di sacri- restale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, for-
ficio. L'evento fu riportato anche dalle cronache tunatamente in un tanto differente contesto di
del tempo. Nell'archivio storico del Museo si con- pace e di democrazia.
servano alcuni stralci de “Il Messaggero”, della Vincenzo Longobardi
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 87