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PAGINE DI STORIA
preoccupante ascesa mafiosa dei corleonesi .
Russo era un ottimo militare, un bravo ufficiale ed
un impareggiabile comandante di uomini. Amava il
proprio lavoro e sacrificava spesso se stesso nel ren-
dersi utile per l’Istituzione. Era anche un buon ma-
rito ed un padre affezionato e premuroso.
Quando nel grado di tenente colonnello gli era
stato prospettato un trasferimento ad altro co-
mando in provincia diversa dalla Sicilia occidentale,
aveva rappresentato, nei dovuti modi e con il giusto
garbo, la sua contrarietà. Ne aveva tutte le ragioni:
conosceva il territorio, l’ambiente, i contesti opera-
tivi e soprattutto sapeva come affrontare efficace-
mente ogni situazione connessa al malaffare.
Non di meno, dopo la sua morte, qualcuno cercò
di offuscarne l’onesta figura di integerrimo servi-
tore dello Stato, tentando perfino di “mascariare”,
per usare una suggestiva espressione siciliana, la
sua figura propalando sospetti e insinuazioni sui
suoi metodi di indagine. Il tentativo di infangare la
sua memoria e il suo valore, non ha avuto però se-
guito. E non poteva essere altrimenti. Di tali insi-
nuazioni le minuziose ricostruzioni degli eventi,
contenute nelle sentenze delle Corti d’Assise hanno
fatto piena giustizia.
LE INDAGINI SULL’OMICIDIO
L’Arma palermitana avviò subito le investigazioni.
Esse si presentarono difficili sin dalle prime battute,
sia per l’omertà della gente che per la mancanza di
un movente certo sul vile agguato mafioso.
In quel periodo il fenomeno dell’omertà -non è su-
perfluo ricordarlo- era granitico ed impenetrabile;
la consapevolezza sociale e lo stesso atteggiamento PALERMO ANNO 1977, IL TENENTE COLONNELLO GIUSEPPE RUSSO
di buona parte delle Istituzioni erano caratterizzati
da una generale sottovalutazione e talvolta da so- licate indagini sugli omicidi del giornalista Mauro
stanziale indifferenza. De Mauro (16 settembre 1970) e del Procuratore
Vennero seguite diverse piste, qualcuno vociferò Pietro Scaglione (5 maggio 1971). Per altri ancora
che l’ufficiale stesse indagando sul “mistero” della fu invece subito evidente come la morte dell’uffi-
morte di Enrico Mattei, fondatore e presidente ciale fosse stata decretata dai corleonesi perché in-
dell’ENI. Altri sostennero che stava conducendo de- fastiditi dalle indagini che Russo stava conducendo
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