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PAGINE DI STORIA

siglieri, usciti dalle elezioni del 1889, i quali disdegna-  la responsabilità degli atti della maggioranza, ed anziché
rono di restare in quel Consesso, e con leale e corag-       perseverare in una sterile lotta risolvemmo l’On. Luigi
giosa fierezza ne palesarono pubblicamente le ragioni.       Miraglia, il principe di Cellamare, il duca di Guardia-
Alludiamo ai senatori Barrocco e Miraglia, al duca di        lombarda ed io di presentare le nostre dimissioni in
Guardialombarda ed al marchese De Curtis, de’ quali          segno di pubblica protesta. Il principe di Cellamare
abbiamo riportato dignitose lettere di dimissioni da         cadde nelle elezioni di quell’anno; gli altri fu posta oc-
consiglieri provinciali, nel capitolo relativo al nuovo      casione di mandare ad effetto il preso proponimento
Manicomio, nonché al principe di Cellamare, che aveva        della concessione data pel nuovo manicomio.
già espresso il medesimo proposito. Il primo di essi, a      Ed il principe di Cellamare, alla sua volta:
migliore illustrazione della loro condotta, ha dichiarato    Il nuovo Consiglio nel dicembre 1889 scelse a suo pre-
a questa Commissione:                                        sidente il comm. Vestarini Cresi, a vice-presidente il ba-
Quando l’On. Conte Condronchi lasciò la Prefettura di        rone Roberto Barrocco, a presidente della Deputazione
Napoli, nel Consiglio provinciale cominciò a poco a          provinciale il principe di Ruffano, e volle che io fossi
poco a prevalere la maggioranza antica del Consiglio         entrato in Deputazione con Cattaneo e Guardialom-
disciolto e con essa gradatamente risorgevano i metodi       barda, De Rosa ed altri.
ed i sistemi della passata Amministrazione: il numero        Agli 11 agosto 1890, invece di essere confermato il Va-
degli oppositori si andava stremando ogni giorno e tor-      starini alla presidenza del Consiglio, vi ritornò il duca
nava vuota di effetto l’opera della minoranza. A noi         di San Donato, con qualche voto di più di quelli ottenuti
pochi, parve allora miglior consiglio di non condividere     dal barone Barracco. A vice-presidente fu chiamato il
                                                             comm. Napodano, ed io non feci più parte della Depu-
                                                             tazione. Il nuovo indirizzo amministrativo, sostenuto
                                                             per circa un anno, venne così a declinare e ben presto si
                                                             ritornò all’antico. Così il più eminente personaggio
                                                             dell’Amministrazione provinciale, nel periodo in cui
                                                             questa ripristinò le antiche deplorate tradizioni, fu nuo-
                                                             vamente il duca di San Donato, ch’era stato pur tanta
                                                             parte delle nefaste gestioni, sulle quali la relazione
                                                             Astengo, prima, quella Conti poi, invano avevano im-
                                                             presse stigmate indelebili […]”.
                                                             In conclusione:
                                                             “[…] Spetta ora agli elettori della Provincia, incoraggiati
                                                             dall’opera sapiente e ferma dell’Autorità giudiziaria, di
                                                             compiere il rinnovamento della vita pubblica, così feli-
                                                             cemente avviato.
                                                             Eliminando dall’Amministrazione tutti coloro che con
                                                             gli atti, coi voti, con l’espressa complicità, con la tacita
                                                             connivenza hanno reso possibili tutti i disordini ed abusi
                                                             che questa Commissione ha avuto l’ingrato dovere di
                                                             accertare e di segnalare, tutti coloro che hanno parteci-
                                                             pato, sia pure con la loro negligenza, allo sperpero del
                                                             denaro dei contribuenti, gli elettori della Provincia di-
                                                             mostreranno solennemente all’Italia, che in questa re-
                                                             gione si è chiuso per sempre il periodo delle corruzioni
                                                             e della mala amministrazione […]”.

                                                                                                              Fabio Iadeluca

                                                             NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO II 79
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