Page 15 - Forestale N. 63 luglio - agosto 2011
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quella vittoria su sè stesso, entrò nella vicina chie-
                                                    sa di San Miniato al Monte per pregare, e dinanzi
                                                    ai fedeli riuniti per la funzione del Venerdì Santo
                                                    avvenne il miracolo del Cristo ligneo che chinò
                                                    anch’esso il capo.
                                                    Dopo tali avvenimenti Giovanni si ritirò all’inter-
                                                    no del monastero benedettino annesso alla
                                                    Chiesa di San Miniato al Monte per poi abbrac-
                                                    ciare l’ordine monastico.
                                                    Giovanni Gualberto in convento si distinse per
                                                    carità e zelo scontrandosi con il malcostume e la
                                                    simonia presente allora anche all’interno della
                                                    Chiesa.
                                                    Giovanni denunciò pubblicamente vescovi cor-
                                                    rotti e simoniaci, fu perseguitato da questi e dai
                                                    potenti a cui si associavano.
                                                    Durante le sue peregrinazioni incontrò San
                                                    Romualdo che intravide in lui il fondatore di un
                                                    nuovo Ordine.
                                                    A riguardo vale ricordare un’altra tappa del per-
                                                    corso di santità su cui Giovanni si incamminò. In
                                                    una notte burrascosa di marzo dell’anno 1036, la
                                                    Provvidenza portò Giovanni in una località detta
                                                    “Acquabella” per le copiose sorgenti di limpida
                                                    acqua. Sorpreso dall’inclemente clima, Giovanni
                                                    cercò di ripararsi sotto un grosso faggio ovvia-
                                                    mente spoglio in quel periodo.
                                                    All’alba, ridestatosi, Giovanni si accorse che il
                                                    suo mantello era asciutto nonostante la pioggia
                                                    incessante e che durante la notte il faggio si era
                                                    rivestito di fronde che lo avevano protetto.


                                                    Perchè patrono dei Forestali
                                                    Sicuramente non solo per il pur significativo
                                                    miracolo del faggio che ricollega la spiritualità
                                                    monastica alla dendrolatria delle religioni arcai-
                                                    che animiste e naturalistiche, ma per tutto ciò che
                                                    il Santo fece poi.
                                                    Giovanni Gualberto, infatti, “si dedicò con
                                                    amore assiduo alla piantagione di alberi e boschi
          sche da competere con i migliori cavalieri fioren-  a Vallombrosa (così fu chiamata poi la località
          tini.                                     ove era avvenuto il miracolo del faggio)”. Seguito
          A seguito della uccisione del fratello Ugo,  dai suoi confratelli, iniziò il suo lavoro con la
          Giovanni, secondo i costumi del tempo, fu chia-  ripulitura delle selve circostanti, sia per ricavarne
          mato a vendicarne la morte con l’uccisione del  legna da ardere, sia per evitare che le bestie sel-
          rivale. Invece di vendicarsi, Giovanni perdonò  vatiche e velenose si potessero annidare nelle
          l’uccisore del fratello che aveva in ginocchio  immediate vicinanze delle celle, costruite con
          avanti a sé, alla sua mercè, e quando questi aprì le  tronchi e rami in modo rudimentale. Suc-
          braccia chinando il capo, Giovanni vide in lui  cessivamente, insieme ad alcuni neofiti, si dedicò
          l’immagine di Cristo e l’abbracciò. Sconvolto da  a rinverdire alcune pendici, allo scopo di preveni-

                                                                          Il Forestale n. 63 - 17
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