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ambiente

          na. In Slovenia, ma soprattutto in
          Romania, c’è una ricca popolazio-
          ne di orsi, in Ungheria non manca-
          no orsi e lontre, in Boemia le linci.
          Si tratta di popolazioni in buono sta-
          to di salute che possono far cresce-
          re quelle dell’Europa occidentale”
          spiega il biologo Francesco Petret-
          ti, docente di Conservazione della
          Fauna all’Università di Camerino.
          Con l’allargamento dell’Unione
          Europea, si creeranno dei “corridoi
          biologici” grazie ai quali ungulati e
          carnivori potranno spostarsi tra par-
          chi e aree naturali contigue senza ri-
          schiare di essere impallinati. In Slo-
          venia, ad esempio, si prevede che le
          aree protette aumentino dall’attua-                                                    G. Marcoaldi - Panda Photo
          le 6% del territorio al 32% entro il  Parco Nazionale Bialowieza, Polonia - Un esemplare di bisonte europeo.
          2020. “Sono i grandi mammiferi i
          nuovi cittadini d’Europa - continua  specie particolarmente vulnerabile,  rine. L’isola è, infatti, uno dei pochi
          Petretti - bisogna ampliare anche in  l’aquila di mare. È in costruzione,  siti accertati prescelti dalla tartaru-
          questi paesi i SIC (siti d’interesse  infatti, un impianto eolico off shore  ga verde e anche il numero delle de-
          comunitario), questa rete di aree  proprio in un sito importante per la  posizioni non è irrilevante. Uno stu-
          protette che sono la vera chiave per  riproduzione di questa specie.  dio ha registrato ben 980 nidi, equa-
          la conservazione della natura nel  “Sono allarmato per questo proget-  mente divisi tra tartaruga verde e
          nostro continente”. Tra gli ambien-  to - dice Petretti -; certo le energie  tartaruga Caretta caretta. Le tarta-
          ti naturali che arricchiranno il pa-  rinnovabili sono importanti, ma di-  rughe non possono dormire co-
          norama dell’Europa comunitaria le  struggere un paesaggio così impor-  munque sonni tranquilli, per la cre-
          paludi di Biebrza e la foresta di Bia-  tante per accendere due lampadine  scente urbanizzazione e per l’estra-
          lowieza in Polonia, il delta del Da-  non è il caso”.                 zione della sabbia. Sulla spiaggia di
          nubio e le steppe ungheresi. Le    Tra i Paesi del Mediterraneo candi-  Algadi, quella maggiormente inte-
          frontiere europee frenano spesso gli  dati all’adesione, invece, Cipro oc-  ressata da deposizioni, vengono
          sforzi di conservazione. Basti pen-  cupa una posizione importante sia  prelevate anche 100 tonnellate di
          sare alla Norvegia, dove si stanno  perché punto di passaggio dell’avi-  sabbia al giorno.
          compromettendo gli sforzi fatti nel-  fauna migratoria, sia perché sito di
          l’Unione per la protezione di una  nidificazione delle tartarughe ma-                 GABRIELE SALARI


                                     Sicurezza alimentare, mucca pazza addio
            La sicurezza degli alimenti è un aspetto del processo di allargamento in cui l’UE non dovrebbe correre il rischio
            di un abbassamento degli standard. Le questioni di maggiore rilevanza in discussione sono: la capacità dei
            paesi candidati di garantire adeguati controlli alle frontiere esterne; il rispetto del livello elevato delle regole
            dell’UE a tutela della salute in relazione alla Bse; l’adeguamento degli impianti di trasformazione degli alimen-
            ti agli standard dell’Unione; il rispetto delle norme in materia di benessere degli animali. Attualmente vi sono
            circa 285 posti d’ispezione frontalieri (PIF) dell’UE gestiti dalle autorità nazionali. La maggior parte di questi si
            trovano nei porti e negli aeroporti. L’adesione dei 12 Paesi candidati porterebbe la frontiera orientale ai confini
            con Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia e Turchia. I Paesi candidati hanno proposto un totale di 87 PIF che
            dovrebbero essere autorizzati a verificare le importazioni verso l’Unione.
            Tutti gli Stati candidati riconoscono che il rischio della Bse è reale e stanno attuando progressivamente misu-
            re per contenere tale rischio. Tutti si sono impegnati ad attuare appieno la legislazione comunitaria nel merito
            al momento della macellazione, l’attuazione effettiva di divieti relativi a determinati mangimi e di sistemi per l’i-
            dentificazione del bestiame e dei prodotti di origine bovina. Otto Paesi hanno già avviato test della Bse su gran-
            de scala e i rimanenti quattro prevedono di iniziarli prima della fine del 2002. Per quanto concerne la valuta-
            zione del rischio geografico di Bse, le Nazioni che sono state sinora sottoposte a valutazione sono state clas-
            sificate al livello III - è probabile o confermato che la “mucca pazza” sia presente a un livello basso. Ciò vale
            per la Slovenia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, Cipro, l’Ungheria, la Lituania, l’Estonia, la Polonia e la
            Romania. Tre Paesi candidati hanno individuato uno o più casi confermati di encefalopatia spongiforme
            (Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia).





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