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ambiente
PASSAPORTO PER
L’EUROPA
Entro il 2004 dieci nuovi paesi entreranno nell’Unione Europea.
Determinante per il loro ingresso la politica ambientale
UE per tutti Questo Paese si trova in ritardo ri- Anche la liberalizzazione del mer-
L’allargamento dell’Unione Euro- spetto ai requisiti richiesti per l’in- cato energetico che sta interessan-
pea prevede per il 2004 l’ingresso gresso nella UE, così come Letto- do molti Paesi europei potrebbe
di 10 nuovi paesi, e l’ambiente sarà nia, Slovacchia e Lituania. Mag- portare dei benefici all’ambiente.
uno dei banchi di prova. giormente favoriti sono invece La Germania e il Regno Unito sono
Esiste la preoccupazione da parte di Repubblica Ceca, Ungheria, Esto- tra i Paesi che già permettono a tut-
numerosi Paesi di trovarsi in casa nia e Slovenia. In una posizione in- ti i consumatori, incluse aziende ed
delle bombe ambientali. termedia troviamo infine due Paesi enti locali, di scegliere i loro forni-
L’Austria è ostile, ad esempio, al- del Mediterraneo, Malta e Cipro. tori di elettricità “indirizzandoli”
l’ingresso della Repubblica Ceca, se La Commissione Europea ha fatto verso l’elettricità “verde”, prodot-
non dovesse chiudere la pericolosa degli studi per calcolare quali be- ta da fonti rinnovabili. In Francia,
centrale nucleare di Temelin, men- nefici avrebbe l’allargamento del- Italia e Spagna tutti i consumatori
tre Svezia e Finlandia chiedono ai l’Unione per l’ambiente. In Polo- non domestici saranno in grado di
Paesi Baltici di adottare una seria nia, ad esempio, la direttiva UE sul- scegliere il loro fornitore di energia
politica ambientale e bloccare gli le discariche contribuirà ad nel 2004. Le aziende potranno dare
scarichi che stanno uccidendo il Mar aumentare di 10 milioni di tonnel- così un gran contributo: rispondo-
Baltico. La Polonia, con i suoi 40 late all’anno la parte di rifiuti desti- no, infatti, di circa il 38% dell’elet-
milioni di abitanti, è un altro Paese nata al riciclaggio o al compostag- tricità consumata nell’Unione Eu-
che preoccupa, soprattutto per le gio, un dato importante se si pensa ropea, mentre gli enti pubblici han-
emissioni che determinano piogge che oggi il 98% dei rifiuti finisce in no utilizzato solo poco più del 6%.
acide in Germania e Scandinavia. discarica. La riduzione dell’inquinamento
Russia nel G8, ma Europa ancora lontana
Lo stato dell’ambiente in Russia, entrata ufficialmente nel G8, condiziona in misura rilevante la qualità della vita
dei cittadini europei e l’equilibrio ecologico della regione e dell’intero pianeta. Il territorio russo racchiude il 20%
delle risorse idriche e il 22% delle foreste della Terra. La conservazione di questo straordinario patrimonio
dovrebbe essere un obiettivo prioritario per tutti. Non meno cruciale è la risoluzione di numerosi problemi
ambientali che rendono la Russia ad alto rischio. In molte città, infatti, l’approvvigionamento idrico è inaffidabi-
le e la qualità dell’acqua è compromessa dalla presenza di inquinanti. Un terzo di tutte le condutture ed il 17%
dei collettori di scarico necessitano di sostituzione. I liquami superano del 60% la capacità della rete fognaria.
A Mosca e nelle altre città i sistemi di trattamento dei rifiuti industriali e domestici sono inadeguati e i rifiuti tos-
sici accumulati ammontano a 1,8 miliardi di tonnellate con un incremento annuo di 108 milioni di tonnellate.
Anche la situazione sanitaria desta preoccupazione. L’insorgere di malattie e l’avvelenamento provocati da
metalli pesanti e da altre sostanze tossiche rappresentano una causa rilevante dell’abbassamento dell’aspet-
tativa di vita, che è di appena 58 anni. Un altro problema è quello degli sversamenti di petrolio. Le compagnie
petrolifere sono responsabili della fuoriuscita di circa 20 milioni di tonnellate di petrolio ogni anno, pari a circa
il 5% delle estrazioni totali. Una proporzione considerevole, se si pensa che l’intera quantità di greggio riversa-
ta nelle acque dell’Alaska dalla Exxon Valdez nel 1989 era inferiore al petrolio che ogni giorno si disperde nella
campagna russa. Si tratta dunque in gran parte di problemi che possiedono una forte connotazione transfron-
taliera: con un PIL pari a solo l’1%, la Russia è responsabile del 7% delle emissioni mondiali di biossido di car-
bonio. Ed è di interesse globale la questione dell’inquinamento nel Mar Baltico, nel Mar Caspio e nel Mar Nero,
per la quale l’Unione Europea raccomanda un impegno congiunto a livello mondiale. Uno studio recente ha
accertato che se i Paesi candidati all’adesione prendessero l’iniziativa di conformarsi alle direttive dell’Unione
Europea, i Paesi non appartenenti all’Europa, Russia, Bielorussia, Ucraina in particolare, potrebbero ricavarne
benefici pari ad almeno 9,5 miliardi di euro l’anno.
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