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polizia giudiziaria
giugno del 1991: “Cerchiamo
d’immaginarlo questo mafioso,
divenuto capitano d’industria (rac-
conta Falcone in una di queste
interviste, ndr). Ricco, sicuro di
poter disporre di una quantità di
denaro che non ha dovuto prendere
a prestito e che, quindi, non deve
restituire, si adopera per creare, nel
suo settore di attività, una situazio-
ne di monopolio basata sull’intimi-
dazione e la violenza. Se fa il co-
struttore, amplierà il suo raggio
d’azione fino a comprendervi le
cave di pietra, i depositi di calce-
struzzo, i magazzini di materiale
sanitario, le forniture in genere e
anche gli operai (...). Gli altri pro-
G. Marcoaldi - Panda Photo
prietari di cave, gli industriali del
cemento e del ferro verranno a In alto e a fianco agenti del CFS prelevano dei campioni all’interno della discarica di Pitelli (SP)
poco a poco inglobati in una rete
monopolistica, sulla quale egli 1999, all’individuazione di 11.169 specifiche nei tre settori principali
eserciterà il controllo”. illeciti penali (pari al 42,1% del dell’ecomafia: rifiuti, cemento e,
Un libro, un’inchiesta: ci sono totale nazionale) 7.179 le persone più recentemente, racket degli ani-
anche singoli episodi, lontani tra denunciate, 2.383 i sequestri effet- mali, dai combattimenti clandestini
loro, dietro il lavoro di ricerca e di tuati. Sempre nel 1999, secondo le ai traffici di specie protette.
denuncia che Legambiente condu- stime elaborate dal Cresme (il più Tutte queste attività illecite hanno
ce da anni contro la cosiddetta eco- importante istituto di ricerca sul un solo obiettivo: accumulare
mafia (un neologismo coniato nel mercato edilizio italiano), sono denaro. Legambiente ha stimato
1994 e ormai entrato nel vocabola- state costruite in Italia 33.571 case nel 2000 un giro d’affari comples-
rio della lingua italiana). Bastano abusive, il 56% delle quali nelle sivo di ben 26.000 miliardi di lire
pochi numeri per comprendere quattro regioni soggette allo stra- distribuito tra mercati illegali e
appieno la gravità dei fenomeni di potere dei clan, per un valore investimenti pubblici soggetti a
cui stiamo parlando: nelle quattro immobiliare stimato in oltre quat- forti rischi d’infiltrazione mafiosa:
regioni a tradizionale presenza tromila miliardi di lire e un consu- circa 5.000 miliardi provengono
mafiosa (Campania, Puglia, Cala- mo di territorio equivalente pari a dalle gestione illecita dei rifiuti;
bria e Sicilia) l’attività delle forze 454 ettari. Sono 138, infine, i clan altri 4.000 dall’abusivismo edili-
dell’ordine ha portato, nel solo censiti da Legambiente con attività zio; oltre 3.700 dal racket degli
animali (la stima è della Lega
Antivivisezione); 300 miliardi ven-
gono incassati grazie ai traffici di
reperti archeologici e opere d’arte;
circa 13.000 miliardi, invece,
riguardano la torta degli appalti
pubblici e della gestione dei rifiuti
urbani in Campania, Puglia,
Calabria e Sicilia.
I numeri descrivono, insomma, una
situazione grave. Eppure i reati
ambientali hanno ancora oggi in
Italia il carattere di contravvenzio-
ni, con pene assai blande e tempi
G. Marcoaldi - Panda Photo fino a un massimo di 5 anni). La
di prescrizione molto stretti (da 3
mancata previsione dei delitti
ambientali, inoltre, rende impossi-
bile l’arresto in flagranza, l’utilizzo
come le intercettazioni telefoniche
Palermo - Insediamento abusivo di Pizzo Sella di preziosi strumenti d’indagine,
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