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editoriale
AL SERVIZIO DELLA NATURA
NELL’INTERESSE DEL PAESE
sistono valori universali che sono condivisibili da losi per l’ambiente, basti pensare all’ecomafia, al brac-
tutta la comunità sociale e politica. Tra questi c’è, conaggio o al traffico illegale di specie in pericolo di
E senza dubbio, la difesa del patrimonio naturale. E estinzione, che possono essere contrastati solo impe-
mentre si cerca di dare una soluzione mondiale ai proble- gnando tutta la forza unitaria dello Stato. Una forza che
mi che riguardano l’ambiente, ritenuto un bene supremo certamente deve aggiornarsi, potenziarsi in uomini e
da tutelare nel suo complesso, in Italia c’è chi pensa che mezzi e che deve prendere coscienza del suo nuovo ruolo,
la difesa agro-ambientale possa essere attuata in ambito senza però rinnegare quella storia dalla quale attinge
locale, regionale se non addirittura provinciale e comu- prestigio e professionalità. Difendere la salubrità di un
nale, come se animali, piante, aria e acqua distinguesse- corso d’acqua in Lombardia può avere ripercussioni
ro i confini amministrativi. Ci si chiede, allora, come si po- positive in Emilia Romagna; proteggere il transito degli
trebbe salvaguardare questo meraviglioso habitat, così uccelli migratori in Calabria dai bracconieri significa
ricco di vita, dai sempre più frequenti attacchi causati da tutelare un patrimonio biologico inestimabile che varca
uno sviluppo industriale disordinato e nocivo. Ebbene, tut- gli stessi confini nazionali; indagare su un traffico inter-
to ciò non sarebbe possibile senza ricorrere ad una visio- nazionale di rifiuti tossici richiede una presenza diffusa
ne e ad un’azione unitarie. Quando nel nostro Paese non sul territorio, strumenti sofisticati di intelligence e colle-
esistevano ancora altre istituzioni centrali e locali depu- gamenti solidi. Pensiamo davvero che smembrando il
tate alla difesa dell’ambiente, quando era ancora lonta- CFS la soglia della sicurezza agro-ambientale possa
na la stagione delle aree protette e delle associazioni am- essere innalzata come i tempi richiedono? Non sarebbe
bientaliste, già esisteva il Corpo Forestale in stati preu- meglio mettere da parte i particolarismi e riflettere se il
nitari come il Regno di Napoli e, nel Regno di Sardegna nostro Paese sia abbastanza maturo per meritare la con-
nel 1822. Aquesta istituzione, servazione ed anzi il poten-
dalla gloriosa e pluricentena- ziamento del Corpo Forestale
ria storia, spettava e spetta an- dello Stato. Una struttura che
cor oggi il difficile compito di in altri paesi ci invidierebbe-
difendere la natura. E se l’Ita- ro, in Italia è a rischio di
lia mantiene l’appellativo di estinzione come quelle specie
“Bel Paese”, forse un merito rare che il Corpo difende con
bisogna riconoscerlo anche a passione e spirito di dedizio-
questa piccola amministrazio- ne. Così, mentre il nostro
ne dello Stato e ai suoi appar- Paese si sgretola nel fango,
tenenti, ognuno dei quali ha ineluttabile conseguenza di
dedicato l’intera vita ad ap- una politica del territorio
plicare e tramandare i valori indifferente ai ritmi della
della conservazione ambien- natura, si vorrebbe sgretolare
tale. Oggi conosciamo le inte- anche il Corpo Forestale
razioni planetarie di quegli dello Stato, l’unica struttura
elementi che agiscono sugli rimasta a presidiare il territo-
ecosistemi, oggi gli organismi internazionali stanno la- rio rurale e montano. L’ambiente è l’unico bene duraturo
vorando per costituire un diritto ambientale mondiale. Per che possiamo tramandare alle generazioni future, dimen-
questo sappiamo che le risposte alle emergenze ambien- ticarsene sarebbe un peccato contro l’Uomo.
tali devono essere forti e solidali.
In Italia, diventata una affermata potenza industriale e
non temendo più il divario produttivo con gli altri grandi Desideriamo ringraziare tutti quelli (e sono tantissimi!)
stati, quasi paradossalmente si riafferma in chiave nuova che ci hanno scritto e telefonato complimentandosi per
la centralità dell’agricoltura e della difesa agro-ambien- la nascita di questa nuova iniziativa editoriale. Sono
tale come condizione per una alta qualità della vita. attestati di gradimento che ci confortano e ci danno la
Ma chi deve essere chiamato a vigilare sulla salubrità spinta per continuare. Dopo un primo rodaggio tecnico,
dei prodotti, sullo stato e sulla distribuzione delle risorse adesso ci piacerebbe aggiustare il tiro e fare de “Il
idriche? Chi deve difendere le aree naturali più delicate Forestale” una tribuna libera dalla quale diffondere non
ed importanti? Chi deve occuparsi di salvare piante e solo un’immagine positiva del Corpo o le ultime temati-
animali dall’estinzione e vigilare sulla difesa del suolo? che in materia agro-ambientale, ma anche quello che ci
Devono essere una infinità di piccoli e deboli enti, inevi- piace definire, con una punta d’orgoglio, “il forestale
tabilmente influenzabili dalle scelti contingenti, oppure pensiero”, cioè quel particolare sentire diffuso che, fino
c’è bisogno di una istituzione forte che, seppur in aperto ad un passato non troppo lontano e per certi aspetti
dialogo e disponibile alla collaborazione in ambito loca- importanti ancor oggi, costituisce la voce più autorevole
le, operi in attuazione di scelte globali e con una capa- e seguita nel campo della conservazione naturale e delle
cità di intervento efficiente e rapida? È un interrogativo politiche forestali. Per questo però abbiamo bisogno
che ci piace sottoporre alla riflessione di ogni italiano della collaborazione di ciascun forestale e di tutti quelli,
che da sempre guarda con simpatia e rispetto al lavoro anche non appartenenti al Corpo, che animano il nostro
della Forestale. Ci sono fenomeni così virulenti e perico- mondo.
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