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polizia giudiziaria
I TENTACOLI DELL’ECOMAFIA
Smaltimento di rifiuti tossici, abusivismo edilizio, racket degli animali, commercio di
reperti archeologici e di opere d’arte, costituiscono un giro d’affari che nel 2000 ha
superato i 26.000 miliardi di lire. Contro queste aggressioni al patrimonio ambientale
il Corpo Forestale dello Stato è da anni impegnato in prima linea. I carenti strumenti
della legislazione penale rendono difficilissimo il compito agli investigatori
’odore è quello, inconfondi- versi agricoltori delle province di tata avanti da Legambiente contro i
bile, delle mandorle amare. Cremona, Brescia e Mantova. Ri- trafficanti di veleni.
L E il liquido contenuto nella fiuti industriali liquidi, anche peri- Sempre una decina di anni fa, un
provetta ha un nome da brivido: cia- colosi, venivano così irrorati sui libro ha “illuminato”, con straordi-
nuro. Il set, però, non è quello di un campi o stipati in cisterne e vasche. naria efficacia, un altro circuito a
film giallo: giusto dieci anni fa, Ho visto le foto delle piante di gran- forte impatto ambientale: quello
quando lavoravo come giornalista turco rimaste “nane” a causa del del cemento. Dalle cave abusive,
al settimanale “L’Espresso”, sono trattamento. E le denunce di chi ave- che una volta esaurite diventano
stato testimone “olfattivo” di un’in- va trovato le mucche con i zoccoli spesso discariche illegali di rifiuti,
chiesta sui traffici illeciti di rifiuti corrosi, dopo che quei “fertilizzan- all’abusivismo edilizio, passando
condotta dal Nucleo di polizia del ti” erano filtrati dalle vasche sul pa- per le imprese edili e gli appalti. Il
Corpo Forestale dello Stato di Bre- vimento delle stalle. Anche grazie a libro è intitolato “Cose di Cosa
scia. Quei “cianuri” erano finiti in quell’incontro con i forestali di Bre- Nostra” e raccoglie venti interviste
improbabili fertilizzanti spacciati scia si svilupperà, alcuni anni dopo, concesse da Giovanni Falcone a
da un soggetto senza scrupoli a di- la costante azione di denuncia por- Marcelle Padovani, tra marzo e
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BICAMERALE SUI RIFIUTI
“Servono pene più severe, chiederò l’intervento di Ciampi”
Se il termine “ecomafia” è entrato anche nel dizionario, chi è riuscito a introdurre nel Palazzo
questi temi è stato certamente il deputato Massimo Scalia, da 3 anni presidente della
Commissione bicamerale sui rifiuti, che ha presentato da pochi giorni un corposo libro bianco
in materia.
Tr e Qual è, presidente, l’entità del fenomeno?
P. “Allarmante. Di solito i giornali titolano «emergenza rifiuti» riferendosi ai rifiuti solidi urbani, ma
quelli ammontano a 27-28 milioni di tonnellate l’anno, mentre i rifiuti speciali, industriali e non, che l’Anpa ha stima-
to in 60 milioni di tonnellate, sono secondo noi almeno 80. In totale almeno 35 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno
sfuggono ad ogni controllo e non si sa che fine facciano. Oltre alla rotta classica nord-sud, (non solo Campania, la
destinazione finale, anche l’Abruzzo non è certo un’isola felice), molti rifiuti seguono la rotta adriatica.”
Quali sono le connessioni con la criminalità organizzata che avete potuto accertare?
“I rifiuti vengono smaltiti in maniera illecita sia per la presenza della piovra, sia perché in alcuni casi manca una
deontologia per lo smaltimento. Con questo business, la criminalità organizzata si è espansa in aree come il
Piemonte, il Veneto e l’Emilia che non conoscevano prima fenomeni mafiosi. Le ecomafie hanno progressivamente
interessato altri settori, non solo il comparto delle discariche, entrando negli appalti per i trasporti e gli impianti.”
Come si può fare per combattere il fenomeno?
“Bisogna aumentare le azioni di intelligence, le analisi economiche e le valutazioni delle gare di appalti! È una lotta
molto sofisticata. D’altro canto, occorre inasprire le sanzioni che, per ora, sono irrisorie. Quest’anno abbiamo
incontrato almeno 50 magistrati e svariati operatori di polizia giudiziaria che si sono lamentati dell’attuale situazio-
ne. Il disegno di legge che introduce i delitti contro l’ambiente è fermo da un anno e mezzo alle Commissioni
Ambiente e Giustizia. Ho chiesto un incontro col Presidente della Repubblica perché si pronunci ufficialmente su
questo tema: siamo rimasti soli in Europa, anche in Spagna c’è nel codice penale una norma di questo genere!”
G. S.
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