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aree naturali protette


          tre il merito dei Vescovi di Bamberga che procedettero
          ad un primo censimento e codificazione delle usanze non
          scritte che regolavano il possesso e l’uso della terra. In
          seguito, con il passaggio della Foresta allo Stato au-
          striaco, il problema della regolazione di tali usi si fece
          però particolarmente grave e sentito. Ciò indusse quel
          governo ad emanare una serie di provvedimenti legisla-
          tivi, il più importante dei quali fu la Patente Imperiale n°
          130 del 1853, legge quadro con cui vennero regolati, in
          via definitiva, gli usi esercitati dalle popolazioni sui ter-
          reni di proprietà di terzi.
             E nemmeno il passaggio all’Italia di queste terre can-                                               Archivio CFS
          cellò quei diritti imperiali che, di fatto, resistettero al-
          l’irredentismo e vennero recepiti dallo stesso Trattato di  La foresta di Tarvisio.
          San Germano, tuttora vigente e operativo, con il quale
          chi vinse riconobbe alle genti del Tarvisiano l’antico ap-  Aspetti vegetazionali e selvicolturali
          pannaggio sul loro territorio. Con il trascorrere degli an-  I boschi costituiscono la nota dominante del paesag-
          ni ed il cambiamento delle condizioni economiche e so-  gio tarvisiano al quale conferiscono un tono di incompa-
             ciali, gli antichi documenti regolatori parvero insuf-  rabile bellezza, oltre che di ricchezza ecologica e fore-
               ficienti  a  dirimere  tutte  le  controversie  che  stale. Del resto, il clima è particolarmente favorevole al-
                sorgevano tra gli aventi diritto e l’Amministra-  l’instaurarsi di una ricca vegetazione forestale: esso può
                zione proprietaria, tanto che in più occasioni si re-  essere interpretato come forma di transizione tra il clima
                se necessario il ricorso all’autorità giudiziaria. Al  oceanico e quello continentale. E se le pinete, le mughe-
               riguardo, meritevole di citazione è la storica sen-  te e le conifere subalpine vengono lasciate alla loro evo-
              tenza della Corte di Cassazione del 1939 che quali-  luzione naturale, così come i boschi riparali, con finalità
           ficò i predetti diritti non meri “usi civici”, ma vere e  quasi esclusivamente protettive e paesaggistiche, nelle
          proprie “servitù prediali”, ossia diritti reali, regolati quin-  restanti formazioni, prevalentemente miste, si interviene
          di dal Codice Civile del 1868 e pertanto, in base alla le-  invece con i tagli colturali, quali sfolli e diradamenti ed
          gislazione nazionale, non sopprimibili coattivamente.  infine con i tagli successivi, che possono essere uniformi
          Tale pronunciamento si rivelò di fondamentale impor-  o con le relative varianti a seconda di quanto lo richiede
          tanza sotto il profilo di un razionale sfruttamento del ter-  ciascuna situazione. L’intera proprietà è suddivisa in un-
          ritorio e per contenere i problemi legati all’abbandono  dici distretti forestali più uno inerente tutte le aree non
          della montagna.                                     gravate dai diritti di servitù. Ogni distretto è oggetto di
             Attualmente sono 657 le abitazioni “titolari” di dirit-  uno specifico piano di assestamento in cui, sulla base dei
          ti d’uso che, ormai, sono limitati a quello di legnatico,  dati ottenuti con rilievi di campagna e altre indagini, si
          ossia al taglio di legname da opera e di legna da ardere.  precisano tutti gli interventi da effettuare nell’arco del pe-
             Altri, come la raccolta di strame o il pascolo, non sus-  riodo di validità del piano, solitamente decennale. In que-
          sistono più.                                        sto modo, le utilizzazioni boschive sapientemente gui-
                                                              date da personale del Corpo Forestale dello Stato non co-
                                                              stituiscono alcun pregiudizio per il bosco in quanto
                                                              qualsiasi intervento selvicolturale viene eseguito secon-
                                                              do i dettami della selvicoltura naturalistica, con modali-
                                                              tà di taglio il più possibile rispettose dell’ecosistema. Inol-
                                                              tre, i quantitativi da prelevare vengono attentamente va-
                                                              lutati sulla base degli incrementi legnosi ricavati, la
                                                              pianificazione dei tagli prevede il maggior distanzia-
                                                              mento spazio-temporale possibile, ogni singolo albero da
                                                              abbattere viene segnato con l’operazione di martellata ed
                                                              infine le imprese boschive che effettuano fisicamente l’in-
                                                              tervento devono sottostare ad un rigoroso capitolato d’ap-
                                                              palto. Tutto questo serve non solo a limitare gli eventua-
                                                              li danni ma anche a migliorare il bosco ed a perpetuarlo:
                                                              grazie infatti ai diradamenti, gli alberi rilasciati godono
                                                              dello spazio aereo e radicale necessario per accrescersi e
                                                              aumentare il proprio vigore; i tagli di sementazione sti-
                                                              molano la disseminazione degli alberi rimasti, scelti tra
         Archivio CFS                                         quelli fenotipicamente migliori; i tagli di sgombero per-
                                                              mettono alla rinnovazione affermata di continuare a cre-

                                                              ghi in Italia ed anche in Europa dove cresce l’abete rosso
          Veduta della città di Tarvisio innevata.            scere. Ma la Foresta di Tarvisio è anche uno dei pochi luo-

                                                                                                             17
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