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cultura e ambiente

La rabbia monta allorquando ci si ricorda delle pre-
cise descrizioni che ne fece Antoine De La Sale e le te-
stimonianze di coloro che hanno avuto la fortuna di vi-
sitare quegli stessi luoghi anche solo quarant’anni fa.
La desolazione aumenta a dismisura nel ripensare
alla scellerata, inutile e pericolosa strada che lacera le
pendici e alle opere di captazione che stanno vuotanto
il ventre poderoso della Grande Madre.
Quanta negligenza c’è stata nel trascurare la sponta-
neità delle tradizioni e delle testimonianze popolari, e
quanti elementi sono andati così perduti. A farcelo so-
spettare è l’incredibile mole di indizi che tuttora emer-
gono se solo si prende la briga di domandare in giro, di
Archivio CTA - CFS Parco Nazionale Monti Sibillini Tarquinio, il cui temporeggiare lo condusse a perdere sei
intervistare i giovani di un lontano passato ancora ope-
rosi. Rinviare ancora significherebbe fare la fine di Re

dei libri della sapienza sibillina, pagando gli altri tre al
prezzo dei nove!
E se è vero, come ci piace credere, che i segreti della
Sibilla erano il patrimonio delle conoscenze di tutto il
suo popolo, ad esso è necessario che tornino, bandendo
l’espropriazione culturale da privati o da élites.
Tutto ciò affinché, come l’istituzione stessa dell’en-
te Parco, si faccia il necessario per riconsegnare ai resi-
Un elicottero NH-500 della Forestale che sorvola l’area del Monte Sibilla
per il controllo del territorio. denti, quali eredi e custodi, il territorio e le valenze che
lo caratterizzano profondamente.
sce Joyce Lussu, divenire poi la ninfa Carmenta, luna so-
praggiunta da oriente ad insegnare il canto, l’alfabeto, la CESARE ROSSI
lettura dell’universo ed a protegger parti, fino ad ispira-
re l’agiografia della Santa di Cascia; la sacerdotessa del-
la Dea Cupra precorritrice della Cybele cara al Desonay;
la Parca delle Tre Fate tessitrici; la profetessa annuncia-
trice dell’avvento del Salvatore, come la promuove l’or-
todossia cristiana; la Venere lussuriosa, dalla miscela di
elementi franco teutonici innestati sui miti classici, la Fa-
ta del regno incantato, della tradizione fiabesca celtico
bretone; vessillo del Libero spirito, distillato dai movi-
menti ereticali del basso medioevo come per il simboli-
smo alchemico dei grandi Iniziati, le “strolleche” ca-
peggiate da Angeruta, le streghe evocate nelle veglie in-
vernali, la “vecchia” baluginante nell’aria liquefatta dai
solleoni estivi, le compagnie di briganti che, fino al XIX
secolo scendevano a valle con fare circospetto e miste-
rioso calzando pelli di capra.
Ma cosa significa questo polimorfismo?
Cangianti illusioni di un mito elastico perché fiabe-
sco, oppure sfaccettature storiche di un culto archetipo,
sublimazione dell’intimo rapporto tra l’Uomo e la Terra?
Nel 1897 Pio Rajna e Gaston Paris tentavano la pri- Archivio CTA - CFS Parco Nazionale Monti Sibillini
ma spedizione scientifica dei tempi moderni sul Monte
della sibilla. Seguiva un secolo di iniziative tra le quali
si segnalano, in tempi passati, quelle del Desonay, del
Colsalvatico, del Lippi-Boncambi (autore di planimetrie
oggi utilissime); per una restante parte incongrue e di-
lettantistiche nella migliore delle ipotesi, più spesso de- Montemonaco (AP) - Due forestali in servizio di vigilanza nella Valle del La-
vastanti. go di Pilato per tutelare il “Chirocefalo del Marchesone”. Il microscopico
Infine lo scetticismo e l’oblio. crostaceo vive nelle acque del lago, unico bacino lacustre di origine glacia-
Lo spettacolo pietoso, che si presenta giungendo og- le dell’Appennino, che si trova a 1940 metri s.l.m., sotto la cima del Monte
Vettore. In alcune stagioni il Chirocefalo tinge di rosso le acque del lago; se-
gi laddove in passato si individuava la grotta, induce a condo la leggenda quello sarebbe il sangue di Ponzio Pilato che vi fu trasci-
pensare che sia stata tutta una fantasia. nato da alcuni bufali a seguito della sua condanna a morte.

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