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Il ruolo del traffico veicolare per la qualità dell’aria nelle aree metropolitane italiane


                  Anche per l’NO 2 non si intravede una chiara tendenza alla diminu-
         FOCUS zione e se le concentrazioni continueranno a mantenersi sui livelli at-
               tuali è chiaro che i valori limite al 2010 saranno superati.
                  In questo caso è la concentrazione media annua l’indicatore più cri-
               tico dal momento che in tutte le città analizzate il valore limite che en-
               trerà in vigore nel 2010 è sistematicamente superato. Il valore limite su
               base oraria appare invece meno critico sebbene in alcuni casi desti qual-
               che preoccupazione.
                  Ma di chi è la responsabilità o, come talvolta si dice, “di chi è la col-
               pa” di tali livelli di concentrazione di inquinanti in aria?
                  Bisogna considerare che questi tre inquinanti hanno una caratteri-
               stica che li accomuna, che è quella di formarsi in tutto o in parte in at-
               mosfera a seguito di complesse reazioni chimico-fisiche, il che rende
               particolarmente complesso individuare le misure efficaci per il loro
               abbattimento.
                  In particolare la concentrazione di PM 10 in aria è data dalla somma di
               due contributi: il PM 10 che viene emesso come tale dalle sorgenti emis-
               sive, e che viene denominato PM 10 primario, e quello che si forma in at-
               mosfera a seguito delle trasformazioni chimico-fisiche a partire da altre
               sostanze (chiamate precursori) denominato PM 10 secondario. I maggiori
               precursori della componente secondaria del PM 10 presente in atmosfera
               sono gli ossidi di azoto, i composti organici volatili, gli ossidi di zolfo e
               l’ammoniaca.
                  L’ozono presente nella bassa atmosfera si forma a partire principal-
               mente dagli ossidi di azoto e dai composti organici volatili in presenza
               di luce solare.
                  Il biossido di azoto si forma per il 90-95% dall’ossidazione del
               monossido di azoto, e solo per il 5-10% viene emesso direttamente
               come tale.
                  Andiamo quindi ad analizzare le emissioni di questi inquinanti e dei
               loro principali precursori nei 24 capoluoghi di provincia con popola-
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               zione superiore ai 150.000 abitanti.
                  Per le emissioni di PM 10 (Figura 5) il trasporto su strada costituisce la
               principale sorgente emissiva per oltre il 50% delle aree urbane conside-
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               rate, tra cui le più grandi città italiane. In particolare per Roma il contri-
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