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Consumi, risorse, scelte: un approccio tutto da rivedere


            sione dell’equivalente di 300 piscine olimpioniche al giorno.
               Per quello che riguarda i Paesi mediterranei, la crisi è acuita dal turi-  FOCUS
            smo di massa e dalla mancanza di una cultura per la conservazione del-
            le risorse.
               Il Giappone è un altro dei Paesi ricchi in cui il livello delle precipita-
            zioni non è sufficiente e la contaminazione delle acque costituisce un
            grave problema.
               «I Paesi ricchi - si legge nel rapporto del WWF - devono attuare
            cambiamenti drastici nelle loro politiche se vogliono evitare la crisi che
            sta riguardando le nazioni più povere». «A livello retorico - si legge
            sempre sul rapporto - nei paesi del “Primo mondo” è ormai general-
            mente accettato che l’acqua deve essere usata in maniera più efficiente.
            Molti Paesi riconoscono che bisogna correre ai ripari per ridurre i dan-
            ni inflitti al sistema idrico in passato. Tuttavia questo nella pratica spes-
            so non è accaduto». Il WWF non si limita alle critiche: nel rapporto
            vengono infatti evidenziate alcune iniziative per prevenire l’emergenza,
            come bilanciare i consumi con la tutela dell’ambiente, cambiare radical-
            mente l’atteggiamento verso la “protezione” dell’acqua, riparare le in-
            frastrutture obsolete, preservare i bacini idrici, diminuire la contamina-
            zione dell’acqua e studiare di più i sistemi idrici.
               Per concludere, volendo calare lo sguardo sulla specifica realtà italia-
            na, si rivela un utilissimo strumento il volume Acqua Spa (Mondadori)
            di Giuseppe Altamore, giornalista di Famiglia Cristiana. Si tratta di una
            dettagliata inchiesta sul mondo dell’acqua e sui mille scandali che le
            ruotano attorno: dalla presunta miglior qualità delle acque in bottiglia al
            losco affare della privatizzazione delle risorse idriche. Questo coraggio-
            so e documentato réportage svela gli enormi interessi economici e politi-
            ci in gioco, ci fa viaggiare tra dighe incompiute e servizi idrici ineffi-
            cienti o inaccessibili, ci insegna a leggere le etichette di “prodigiose” ac-
            que in bottiglia per svelarci che il vero prodigio l’hanno compiuto mar-
            keting e pubblicità nell’intercettare l’immaginario collettivo, manipolan-
            dolo con successo.                                                          6
               Quindi, alla fine di questo nostro percorso, appare sempre più evi-      n.
            dente che per fronteggiare la prossima crisi idrica, oltre alle tecniche e  -  II
            alle infrastrutture (perfezionabili), sarà inevitabile rivedere il nostro ap-
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