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Metropoli immaginate
che i tanti nuovi musei che scippano alla città sculture, persino affre-
schi, scene di vita quotidiana, per relegarli in spazi asettici tra realtà vir- FOCUS
tuali, gadget e cybercafè, sono tutti frammenti di un processo che tende
a trasformare le città storiche in grandi luna park stile Disneyland.
Questi spezzoni cinematografici si giustappongono, o meglio - in un
gioco di chiaroscuri - si contrappongono alle immagini evocate da Il cie-
lo sopra Berlino, dove, insieme ai monumenti ereditati dal passato, la cine-
presa indugia sui gioielli dell’ingegneria civile contemporanea, ma an-
che sulla “vita” della città: le strade, i chioschi, i sottoscala, le periferie. I
bambini di Berlino giocano la “loro partita” in un cortile a ridosso del
“Muro della vergogna”, su cui hanno disegnato i pali di una improvvi-
sata porta di calcio.
The Millennium Dome è costato ben 125 milioni di dollari ma, passata
la sbornia, attira poche centinaia di turisti l’anno. Intanto le nostre me-
tropoli sono dilaniate dalle loro contraddizioni: i quartieri “dormito-
rio” di “solo case”, sorti un po’ ovunque nell’Europa ipnotizzata dal-
l’ideologia, continuano ad alimentare l’insicurezza sociale, mentre al
contrario la “città tradizionale” nella pluralità dei suoi spazi funzionali
cerca di rinnovarsi.
Questo insieme organico, ma disordinato, di case, scuole, strade,
spazi verdi assediati, cresce con gli uomini stessi, animato da questo
pulsare continuo di un’umanità alla ricerca di relazioni vere, sincera-
mente semplici. La città da troppo tempo attende una reale alternativa,
l’avvento di una nuova sensibilità attenta ai valori della tradizione decli-
nati in nuove sintesi. Occorre finalmente dar voce all’“altra moderni-
tà”, a quella strada prematuramente abortita nella “guerra civile euro-
pea”: una rilettura degli esperimenti urbani degli anni Venti e Trenta del
secolo scorso, la necessità di recuperare le periferie delle metropoli con
modelli conformi a questa grande tradizione.
Il secondo punto da affrontare è rappresentato dalla ingombrante
eredità del ’900 e dai suoi pesanti risvolti sulla qualità della nostra vita.
Nel Novecento si sono attuati profondi processi di trasformazione che 4
hanno completamente mutato il modo di lavorare, di abitare e persino n.
di muoversi. - II
La necessità di trovare nuovi equilibri che ristabiliscano ritmi e tempi
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