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Evoluzione del progesso tecnico e impatto sulla tutela ambientale
intervento al cambiamento climatico. Soltanto questo tipo di modelli,
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al momento piuttosto rari, possono consentire di simulare gli effetti dei
sentieri di crescita che stiamo seguendo e chiarire quanto e in che senso
possano ritenersi sostenibili.
6. L’evoluzione e la diffusione del progresso tecnico hanno sempre
rivestito, e rivestono, un ruolo cruciale nell’attività economica.
Il progresso tecnico è certamente una fonte della crescita ma cosa
effettivamente sia o come lo si possa favorire è piuttosto oscuro. In
linea di massima esso sarebbe il frutto di spese in R&S che per la mag-
gior quota sono affrontate dalle imprese. La motivazione di efficienza
è perciò alla base di esso e perciò soltanto per una fortunata coinciden-
za può essere favorevole alla conservazione, come nel caso dell’effi-
cienza energetica sopra richiamato. Ancora una volta possiamo ribadi-
re che la sostenibilità, come oggi diciamo, o i limiti alla crescita come si
diceva negli anni 70, è sì legata al progresso tecnico ma non abbiamo
motivi validi, teorici o di evidenza empirica, per aspettarci che questo
si evolva spontaneamente in modo favorevole alla sostenibilità. Perciò per
quanto sia importante attribuire un valore ai servizi ambientali, il loro
semplice inserimento nel processo decisionale può portare all’efficien-
za ma non necessariamente alla sostenibilità. La sovrautilizzazione delle
risorse ittiche non è dovuta ad assenza di prezzi-ombra ma all’efficien-
za negli strumenti per la pesca (capitale prodotto dall’uomo) che ridu-
cono i costi (per esempio il tempo) per unità di prodotto. Se questo è
il progresso tecnico che conoscono gli economisti (quando appunto
non l’assumono esogeno ma tentano di spiegarlo) bisogna che lo Stato
lo indirizzi verso gli obiettivi di sostenibilità che si è dato. Se non lo
indirizza, seguirà gli impulsi che gli vengono dai prezzi e dalle imprese.
Queste ultime non possono che ragionare in termini di “fertilità” delle
spese di R&S, di diritti di proprietà ovvero di “brevetti” che rendano
appropriabile il frutto della innovazione tecnologica e simili e non certo
in termini di “conservazione”. Se gli Stati hanno davvero nella funzio-
ne del benessere sociale le generazioni future, ovvero la crescita soste- .3
nibile, dovranno indirizzare il progresso tecnico in una direzione che oI-n
non è quella cui automaticamente esso è diretto e lo potranno fare sia n
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