Page 79 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
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lo status di soggetto collettivo di interesse pubblico. La legge riconosce diritti
ecologici fondamentali alla natura, come la conservazione della biodiversità,
la tutela dei cicli idrici e la protezione da agenti inquinanti. Ad oggi, tuttavia,
mancano ancora strumenti attuativi precisi che ne consentano una
implementazione effettiva ed efficace. La situazione non è migliorata con
l’adozione della legge quadro n. 300 del 2012, promulgata prima della
conferenza di Rio+20, con la quale si è formalmente tentato di rendere
operativa la normativa del 2010. La legislazione del 2012, pur confermando
il riconoscimento giuridico della Madre Terra, sembra aver compiuto passi
indietro nella tutela della natura. Infatti, ha relativizzato i diritti della natura
subordinandoli a obiettivi di sviluppo economico. Ha tentato, inoltre, di
introdurre meccanismi amministrativi e giurisdizionali di tutela, che
risultano, tuttavia, all’atto pratico ambigui e poco vincolanti. Nonostante la
retorica dei diritti della natura, lo Stato boliviano continua, infatti, ad
incentivare lo sfruttamento delle risorse naturali, soprattutto minerarie,
giustificandolo anche con la stessa immagine della Madre Terra, intesa quale
entità generosa verso i propri figli.
Il costituzionalismo ecologico colombiano: i diritti del Rio Atrato
La Costituzione colombiana del 1991 non menziona esplicitamente i diritti
della natura, ma impone obblighi di tutela ambientale.
La giurisprudenza costituzionale, notoriamente progressista, è addivenuta
gradualmente ad elaborare il concetto di “Costituzione ecologica”, sulla base
di un’operazione ermeneutica fondata sui propri precedenti giuridici,
attribuendo all’ambiente una triplice valenza: quale principio costituzionale,
diritto fondamentale e dovere dello Stato.
Nel 2016, tuttavia, si è assistito ad un vero e proprio cambio di paradigma,
inaugurato motu proprio, dalla giustizia costituzionale.
Fondando la propria motivazione sui principi costituzionali del pluralismo
culturale e sulla “Costituzione ecologica” del 1991, la Corte costituzionale
nel 2016 ha introdotto il concetto di diritti bio-culturali, incentrati sul legame
indissolubile tra ambiente naturale e cultura olistica e animista delle
comunità etniche locali. Il fiume Atrato è stato riconosciuto titolare del
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