Page 121 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
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genere consente di vendere prodotti a prezzi decisamente fuori mercato,
               distorcendo di fatto la libera concorrenza e causando un danno rilevante sia
               alle aziende legali che allo Stato e all’Unione Europea per quanto riguarda
               l’evasione I.V.A. e dei diritti legati alle quote di importazione. Sulla scia dei
               risultati ottenuti dalla collaborazione instaurata tra C.U.F.A. e il Ministero
               dell’Ambiente  e  della  Sicurezza  Energetica  (M.A.S.E.),  preso  atto  della
               complessità  e  della  vastità  del  fenomeno  che  ha  una  dimensione
               sovranazionale,  è  stata  constatata  la  necessità  di  una  cabina  di  regia
               nazionale in grado di gestire efficacemente le informazioni provenienti dagli
               enti  direttamente  coinvolti  e  dai  soggetti  economici  danneggiati.
               Successivamente,  con  il  coinvolgimento  dell’Agenzia  delle  Dogane  e  dei
               Monopoli (A.D.M.), soggetto preposto alla vigilanza sul rispetto delle quote
               di importazione, si è dato inizio a un percorso virtuoso di collaborazione
               anche per il controllo delle fonti di approvvigionamento esterne all’Unione
               Europea. A seguito di queste collaborazioni, si è arrivati all’attivazione di un
               “tavolo  tecnico”  con  lo  sviluppo  di  un  protocollo  di  intesa  tra  M.A.S.E.,
               C.U.F.A.  e  A.D.M.,  attualmente  in  fase  di  approvazione  dai  vertici  dei
               soggetti coinvolti, con lo scopo di condividere le informazioni e sviluppare
               attività di intelligence comune che consenta di affrontare efficacemente un
               fenomeno criminale, che ha ormai raggiunto dimensioni preoccupanti. La
               dimensione raggiunta dal mercato illegale, infatti, mette seriamente a rischio
               gli  attori  economici  onesti,  producendo  una  profonda  distorsione  del
               mercato  a  tutto  vantaggio  di  soggetti  criminali.  Le  attività  svolte  finora
               hanno  dimostrato  quanto  possa  essere  rilevante  un  rapido  scambio  di
               informazioni,  non  solo  a  livello  nazionale,  ma  anche  la  necessità  di
               coinvolgere  sempre  di  più  efficacemente  l’Ufficio  Europeo  Antifrode
               (O.L.A.F.), oltre a Europol e Interpol, per contrastare un fenomeno che ha
               sempre più una dimensione internazionale. Al momento, pur in assenza di
               effettivi riscontri, non si esclude che questo traffico possa essere in mano a
               gruppi criminali organizzati di origine nazionale ed estera, data anche la
               complessità  dei  sistemi  di  copertura  adottati    per    nascondere    la    reale
               origine  dei  prodotti  e  in  considerazione dell’importante flusso di denaro
               che  questo  commercio  illegale  produce.  Parallelamente  alle  attività  di
               repressione, il ruolo della formazione professionale  è  determinante. Tecnici



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