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stati distrutti o deliberatamente danneggiati, lasciando vasti terreni agricoli
          privi di accesso all'acqua. L’inquinamento idrico, sia attraverso il rilascio di
          sostanze chimiche per l’agricoltura che per via di attività militari, ha ridotto
          la  qualità  e  la  quantità  dell’acqua  disponibile  per  la  popolazione.  Un
          esempio  è  costituito  dalla  riserva  di  Sarsang,  resa  inutilizzabile  durante
          l’occupazione militare: i danni causati dal conflitto, secondo la Risoluzione
          2085 del Consiglio d’Europa, sono stati tali da innescare una potenziale crisi
          umanitaria . La depurazione e la gestione di queste risorse idriche sono ora
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          una   priorità   assoluta   per   l’amministrazione   del   paese   nell’  ottica   di
          consentire la ripresa agricola e garantire la sicurezza idrica del paese.

          Un altro degli effetti più visibili della guerra è stato il massiccio abbattimento
          delle foreste, che un tempo rappresentavano una risorsa cruciale sia per la
          biodiversità della regione che per la sussistenza delle comunità locali. La
          fauna e la flora del Karabakh hanno anch’esse subito una perdita devastante,
          con una diminuzione significativa delle specie presenti nella regione per via
          della distruzione degli ecosistemi.
          La regione del Karabakh un tempo ospitava infatti una varietà eccezionale
          di flora e fauna, ma gli effetti del conflitto hanno ridotto drasticamente la
          biodiversità, compromettendo sia l'ecosistema che la sicurezza alimentare
          della popolazione. Oltre ai danni diretti a flora, fauna e paesaggio, il conflitto
          ha lasciato un’eredità ancora più pericolosa, ovvero le mine.
          Il Karabakh è una delle regioni con più mine antiuomo di tutto lo spazio
          post-sovietico,  con  vaste  aree  contaminate  da  ordigni  inesplosi  che
          rappresentano  una  grave  minaccia  per  la  sicurezza  delle  persone  e
          dell’ambiente.  Nonostante  la  fine  del  conflitto  armato,  la  mancanza  di
          mappe complete e affidabili delle aree minate fa sì che le mine inesplose
          continuino a causare vittime, sia tra i civili che tra il personale addetto allo
          sminamento.
          Ciò  rappresenta  uno  dei  principali  ostacoli  agli  sforzi  di  ricostruzione
          postbellica, in quanto i terreni devono essere ripuliti dalle mine prima che
          gli sfollati possano trasferirsi nuovamente nella regione.

          ____________________
          3  Consiglio d'Europa. Risoluzione 2085.
          https://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-EN.asp?fileid=22429&lang=en.


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