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RICOSTRUZIONE POSTBELLICA
IN CHIAVE SOSTENIBILE: IL
CASO DEL KARABAKH
di Simona SCOTTI
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Il conflitto trentennale tra Armenia e Azerbaigian ha lasciato la regione del
Karabakh con gravi danni ambientali. Tuttavia, la ricostruzione in corso
offre l’opportunità di dare priorità alla sostenibilità nel processo di ripresa.
Questo articolo esplora il contesto storico del conflitto, la devastazione
ambientale che ha causato e le minacce persistenti delle mine terrestri e degli
ordigni inesplosi. Nonostante questi ostacoli, iniziative come i progetti di
energia rinnovabile, la creazione di “villaggi intelligenti” e il ripristino degli
ecosistemi riflettono l’impegno per una ricostruzione rispettosa
dell’ambiente. Questi sforzi mirano ad affrontare le esigenze ecologiche,
economiche e sociali della regione, offrendo un potenziale modello per la
ricostruzione sostenibile in contesti postbellici. Sebbene il percorso da
seguire sia complesso, la regione del Karabakh ha il potenziale per emergere
come un esempio lampante di resilienza e innovazione guidata dalla
sostenibilità.
The 30-year conflict between Armenia and Azerbaijan has left the Karabakh region
with severe environmental damage. Yet, the ongoing reconstruction presents a
chance to prioritize sustainability in the recovery process. This article explores the
historical background of the conflict, the environmental devastation it caused, and
the persistent challenges of landmines and unexploded ordnance. Despite these
obstacles, initiatives such as renewable energy projects, the creation of smart
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1 Ricercatrice presso Topchubashov Center, think tank con sede a Baku, esperta di politiche di sicurezza,
con particolare esperienza nella geopolitica e nei conflitti del Caucaso Meridionale.
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