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della fertilità del suolo. A causa delle frequenti rotazioni rispetto all'elevata
gestione forestale, il sistema non ha tempo sufficiente per la
mineralizzazione della materia organica. Inoltre, su terreni in pendenza, una
parte sostanziale della lettiera viene persa a causa dell'erosione idrica.
L'analisi dei materiali catturati nei plots ha anche rivelato una notevole
presenza di microfauna, evidenziando il verificarsi di erosione biologica, un
fenomeno spesso trascurato negli studi agricoli incentrati su terreni privi di
componenti biologici naturali. Dalla nostra esperienza, si può dedurre che
all'interno di boschi cedui in aree in pendenza, specialmente dove c'è un
rischio significativo per la salute umana (come la presenza di grandi massi),
potrebbe essere prudente impiegare la matricinatura a bande come modello
selvicolturale. I dati raccolti durante l'anno iniziale di sperimentazione sono
preliminari e richiedono ulteriori verifiche nelle stagioni successive, poiché
non ci sono dati sperimentali esistenti nella letteratura per il confronto.
Conclusioni
Questo studio esamina due strategie di gestione forestale per mitigare
l'erosione del suolo. Le osservazioni preliminari mostrano una riduzione
promettente dell'erosione, con differenze ragguardevoli tra i plots
sperimentali. Nella ceduazione, la matricinatura a bande si dimostra efficace
nel mitigare l'erosione del suolo. I risultati indicano una riduzione del 31%
del materiale eroso con la matricinatura a bande (BSM) rispetto a quella
diffusa (SSM). L’innovativo apparato di monitoraggio Natural Erosion Trap
(NET) si è dimostrato efficiente nella captazione e ottimale nell’essere
applicato come strumento di misurazione. Ulteriori esperimenti sono
necessari per una valutazione completa, considerando vari tipi di terreno ed
ecosistemi.
Ringraziamenti
Gli autori desiderano ringraziare il Parco Nazionale della Maiella per l'autorizzazione; la
Regione Abruzzo, proprietaria del bosco, che ha concesso l'area per questo studio e ha
autorizzato il taglio; il Reparto Carabinieri Biodiversità di Pescara, il V. Brig. Giuseppe di
Sante per l’organizzazione logistica ed il capo operaio Pietro di Persio e le squadre di operai
forestali che hanno effettuato il taglio delle parcelle e per il supporto durante le prove eseguite.
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