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naturale dei fiumi e delle funzionalità naturali delle relative aree alluvionali
di pianura. Ogni Stato membro dovrà perseguire la rinaturalizzazione dei
propri corsi d'acqua, provvedendo a ripristinare una adeguata connettività,
tra gli stessi e il resto del territorio, anche eliminando le barriere artificiali
esistenti. Per quanto riguarda gli ambienti agrari, invece, sono previste tutte
quelle azioni che prevedono un rafforzamento della biodiversità. Per
raggiungere e misurare questi ripristini sono previsti degli indicatori che
valuteranno l’aumento delle popolazioni degli insetti impollinatori (farfalle
i n particolare ); l’aumento dello stock di carbonio organico nel suolo e la
percentuale di elementi caratteristici del paesaggio agrario raggiunto. Altro
obiettivo sarà l’incremento della biodiversità ornitica attraverso la
valutazione dell'indice dell’avifauna comune in ambiente agricolo
(denominato Bird Index Farm) che per l'Italia a partire dal 2025 dovrà
mediamente incrementare almeno del 30% entro il 2050. Per quanto riguarda
le superfici boscate invece si tratta di rafforzare la biodiversità del complesso
ecosistema forestale attraverso interventi che ne aumentino la resilienza, la
stabilità e la naturalità. Sono previste quindi misure e indicatori per il rilascio
di alberi morti (sia in piedi sia a terra), per interventi per aumentarne la
complessità strutturale (ad esempio disetaneità, composizione autoctona,
stratificazione) e per la connettività con il resto dell’ambiente circostante. La
Comunità Europea ha previsto inoltre anche la realizzazione di nuovi boschi
e più specificatamente della messa a dimora di almeno 3 miliardi di alberi
entro il 2030. A tal riguardo ogni Stato dovrà individuare aree e modalità di
riforestazione privilegiando le azioni di connettività tra i boschi e le aree
verdi urbane. Su quest'ultimo aspetto il Regolamento prevede anche azioni
specifiche di conservazione e incremento di queste ultime. Realizzare tutto
ciò è chiaramente complesso anche se la norma fornisce specifiche
tempistiche e indicatori di valutazione. Il primo passo per ogni Stato
membro sarà quello di redigere uno specifico Piano Nazionale di Ripristino
con validità fino al 2050, ma con scadenze intermedie al 2030 e 2040. Tale
Piano si baserà sulle caratteristiche e priorità di ogni Stato membro e dovrà
inizialmente individuare e quantificare la superficie da ripristinare del
proprio territorio, distinguendo i vari habitat e il loro livello di degrado. Non
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