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Foto 2: Esempio di area agricola
                                   abbandonata in fase di ripristino.


          svolta epocale in quanto n  on si limita a proteggere le aree naturali esistenti
          ma si prefigge di recuperare le aree degradate al fine di ripristinare i servizi
          ecosistemici che questi ambienti forniscono all’umanità. Lo scopo, quindi, è
          quello di ripristinare una natura ricca in biodiversità e di resilienza al fine di
          rispondere  anche  agli  obiettivi  comunitari  e  impegni  internazionali  in
          termini di cambiamenti climatici e di adattamento ai medesimi. Obiettivo
          principale  del  Regolamento  è  quello  di  recuperare  almeno  il  90%  degli
          habitat  terrestri  e  marini  degradati in  ogni  Stato  membro entro il  2050  in
          modo graduale e con obiettivi intermedi per raggiungere il 30% di ripristino
          di aree degradate entro il 2030 e il 60% entro il 2040. Gli habitat interessati al
          ripristino, indicati in allegati alla norma, sono molteplici e rappresentano un
          complesso sistema di ambienti terrestri e marini ritenuti importanti per la
          Comunità europea. Gli interventi previsti non sono mirati solo al recupero
          degli   habitat   degradati,   ma   chiaramente   anche   alla   conservazione   e
          miglioramento di quelli esistenti. Una particolare attenzione viene posta alle
          aree umide di acqua dolce in quanto ambienti per loro natura di elevata
          biodiversità e allo stesso tempo di complessa e delicata gestione. Vi è infatti
          un  riferimento  specifico  nella  norma  per  il  ripristino  della  connettività



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