Page 34 - Silvae MAggio Agosto
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Oltretutto, la sinergia dei fattori coinvolti in queste modificazioni si
riverbera su altri fenomeni acuendone la gravità: nuove zoonosi, migrazioni,
ingiustizie sociali. Ci chiediamo: che pianeta sarà la Terra in un prossimo
futuro? Edward O. Wilson ci ammonisce con queste parole: “il solo processo
in atto che per milioni di anni resterà irreparabile è la perdita della diversità genetica
e l’estinzione delle specie provocate dalla distruzione degli habitat naturali. Questa
è la pazzia che i nostri discendenti meno ci perdoneranno”.
Dalla metà dell’Ottocento, come reazione alle trasformazioni operate
dall’uomo sugli ambienti naturali, sino ad allora praticamente intatti,
emerse, in particolare negli Stati Uniti, un movimento filosofico il cui
obiettivo era sensibilizzare la pubblica opinione sull’importanza della
natura per scopi diversi dal puro e semplice guadagno economico.
I principali fautori di questo movimento, Ralph Waldo Emerson, Henry
David Thoreau, John Muir, consideravano la natura un tempio ove
ammirare l’opera del divino artefice.
Nacque così l’esigenza di conservare intatti vasti paesaggi naturali di
particolare bellezza e nel 1872 fu fondato lo Yellowstone National Park, primo
parco nazionale della Terra e prima area pubblica protetta destinata a
preservare nel tempo un ambiente naturale proteggendolo da ogni attività
di trasformazione operata dall’uomo.
Nel XX secolo, all’etica “romantica” della conservazione si contrappose
l’etica di conservazione delle risorse. Questa visione spiccatamente
antropocentrica, ispirata dalla necessità di ottenere la maggiore quantità di
prodotti dalla natura per il tempo più lungo possibile, fu propugnata da
Gifford Pinchot, primo Direttore del Servizio Forestale degli Stati Uniti.
Queste visioni contrapposte della natura esercitano ancora oggi una
influenza visibile sulla società.
La trasformazione della natura da movimento filosofico a disciplina
scientifica si deve all’ecologo statunitense Aldo Leopold (1887-1948), uno dei
padri del movimento ecologista americano e internazionale, di cui
ricordiamo anzitutto le riflessioni in “Almanacco di un mondo semplice”.
Infine, non possiamo certo dimenticare l’opera di Rachel Louise Carson
(1907-1964), biologa e zoologa statunitense:
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