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Ierobotanica rituale e fitonimie sacre greco-italiche


                  suoi vari recinti”, trattasi quindi di un intervento umano all’in-
                  terno di una situazione naturale intatta, ossia “numinosa”, una
                  “radura all’interno di un bosco, ma non il bosco stesso (nemus,
                  silva)”. In origine, per Coarelli, neanche il termine  nemus può
                  difatti riferirsi a quella definizione di composita multitudo arborum
                  (Serv. Ad Aen., I, 130), ripresa poi da Grimal e Scheid, bensì di
                  arborum multitudo cum religione, descrizione appunto ritenuta dal
                  Coarelli originaria di nemus e del successivo mutamento seman-
                  tico di lucus. Diversamente, proprio la silua è multitudo arborum
                  diffusa et inculta (Serv. Ad Aen., I, 314), ma può designare anche
                  il frutteto (Virg., Georg., IV, 329) e il parco appunto in cui fiori-
                  scono alberi sterili. Ci troviamo quindi di fronte ad un’assimila-
                  zione che l’autore esegue tra lucus e templum, su cui cfr. inoltre,
                  F. Coarelli, I santuari del Lazio in età repubblicana, Roma 1987, pp.
                  16-20.
                  (30) Sul culto della quercia, cfr. P. Lieutaghi, Il libro cit., pp. 701-
                  704; A. Cattabiani, Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante,
                  Milano 2008, pp. 49-60; A. de Gubernatis, La Mythologie des Plan-
                  tes, ou les Légendes du Règne végétal, voll. I-II, Paris 1878-1882 (ed.
                  cons. Milano 1976); J. Frazer, Il Ramo cit., pp. 194-196; G. Masa,
                  Quercia, in “Enciclopedia Virgiliana”, ad vocem, I-V, Firenze 1996,
                  pp. 368-370. Sul significato di determinati alberi in Grecia antica
                  v., D. B. Thompson, R. E. Griswold, Garden Lore cit., in part. pp.
                  22-29 (olivo, platano, quercia, cipresso, palma, pioppo, lauro,
                  oleandro e mirto). Sul culto degli alberi più in generale, cfr. J.
                  Frazer, Il Ramo cit., Roma 1992, pp. 139-150, nonchè J. Brosse, La
                  Magie des plantes, Paris 1979, Id.,  Storie e Leggende degli Alberi,
                  Pordenone 1989, Id., Mitologia cit., in part. pp. 59-65, 71-79 (quer-
                  ce sacre), 168-170 (lauro), 173-174 (cipresso), 227- 235 (ulivo) nel-
                  l’Italia romana ed in Grecia antica.
                  (31) Un culto degli alberi che risale fino ad epoca micenea è stato
                  sostenuto da M. P. Nilsson, Geschichte der griechischen Religion. I.
                  Munich, 1967, pp. 209-211, sebbene le prove addotte risultino
                  solamente due esempi. Per un’esegesi storiografica critica è fon-
                  damentale J. Scheid, Lucus, nemus. Qu est-ce quùn bois sacré? cit.,
                  in part. pp. 15-16. Cfr. poi G. Capdeville, “L’épiphanie du dieu
                  dans l’arbre et le culte de l’arbre sacré en Crète et a Chypre”, in
                  Dieux, Fètes, Sacré dans la Grèce et la Rome antiques. Acte du Collo-



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