Page 37 - Supplemento Rassegna 2017-2
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MIN. PLEN. LUCIO DEMICHELE
nario strategico e delle sfide di sicurezza;
- l’inclusione di una molteplicità di attori chiamati ad intervenire in una o
più delle singole fasi di un conflitto, e la conseguente necessità di abbattere le
barriere, istituzionali e culturali, tra le sfere d’azione delle varie articolazioni
organizzative, tanto al livello nazionale che internazionale.
Si tratta non a caso di caratteristiche che ritroviamo oggi ampliate nel
nuovo concetto olistico di “Sustaining Peace”, introdotto dal Segretario
Generale dell’ONU Antonio Guterres, proprio nella consapevolezza che una
pace durevole può essere perseguita solo attraverso un approccio multidimen-
sionale lungo l’intero ciclo della pace: dalla prevenzione, al peace-enforcement,
quando necessario, alla stabilizzazione post-conflitto fino a percorsi inclusivi
riconciliazione nazionale ed a processi di sviluppo sostenibile. I più probabili
scenari di intervento cui possiamo pensare oggi, nei fatti, riguardano missioni
di stabilizzazione e costruzione delle capacità dei Pasi terzi, volte a sviluppare
le istituzioni locali e preservare la nostra sicurezza tramite il consolidamento
della loro situazione interna, in un’ottica di vantaggi condivisi.
È un approccio a noi ben noto. Come i Carabinieri sanno meglio di chiun-
que altro, noi italiani lo applichiamo alle numerose missioni di pace che abbia-
mo svolto all’estero da decenni, dai Balcani all’Afghanistan, dall’Irak alla
Somalia. È il fondamento di quello che ci viene riconosciuto come l’“approccio
italiano al peacekeeping” e che trova esemplare attuazione nella nostra più corposa
missione di peacekeeping, UNIFIL. Anche in Libano, i nostri uomini e le
nostre donne dimostrano quotidianamente l’importanza di porre la popolazio-
ne locale ed i suoi bisogni al primo posto, dando sempre priorità al dialogo.
Si tratta di una priorità riflessa anche nell’azione italiana al Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui sediamo quest’anno quale membro non
permanente, in particolare quando siamo chiamati a votare per il rinnovo dei
mandati delle missioni di pace. Sempre nel contesto delle Nazioni Unite, vorrei
menzionare il cruciale ruolo svolto dal COeSPU di Vicenza nell’addestrare
migliaia di Caschi Blu di altri paesi, impegnati in complesse missioni di pace
soprattutto in Africa. Ci viene riconosciuta l’indiscussa capacità di formarli ai
più elevati standard professionali ed etici. Ed è anche grazie al contributo dei
carabinieri che i nostri rappresentanti a New York possono portare avanti alcu-
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