Page 41 - Supplemento Rassegna 2017-2
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AMB. BRETT MCGURK


                  In realtà, questo è un nemico che dobbiamo affrontare insieme e dobbia-
             mo affrontarlo come una rete globale; dobbiamo, quindi, rimanere completa-
             mente  concentrati  su  questo  auto-proclamatosi  Califfato.  Potete  vedere  una
             mappa proiettata: l’area centrale è in Iraq e in Siria, le vedremo più in dettaglio.
             Siamo anche concentrati sulle attività delle Forze dell’ordine e di intelligence
             per distruggere le loro reti globali, affinché non possano più contattarsi, diffon-
             dere la loro propaganda e spostarsi attraverso i confini.
                  Intendo solo darvi un breve aggiornamento su dove siamo ora e come sta-
             vamo invece nel 2014, quando io e il mio predecessore in questo ruolo - ero il
             vice  del  Generale  John  Allen  allora  -  venimmo  a  Roma  per  chiedere  se  i
             Carabinieri fossero disposti a giocare questo ruolo, davvero unico, in uno sfor-
             zo come questo; e la risposta che ottenemmo fu un chiaro “SÌ”. È importante
             ricordare a noi stessi quanto questo compito sembrasse difficile allora. Quindi,
             in quella mappa dell’Iraq e della Siria, quando ero qui nel 2014 con il Generale
             Allen,  tutto  quello  che  in  quella  mappa  è  colorato  era  controllato  dall’ISIS.
             Controllavano milioni di persone, stavano estraendo vaste risorse dal suolo -
             petrolio e gas - ricavavano milioni di dollari ogni mese attraverso le tassazioni
             alla  popolazione,  e  le  forze  preparate  per  combatterli  erano  semplicemente
             disintegrate.
                  Le Forze di Sicurezza irachene si erano completamente disgregate, sette
             intere Divisioni, Esercito e Polizia Federale, avevano semplicemente deposto le
             armi ed erano svanite. L’ISIS si stava dirigendo verso Baghdad e il futuro della
             Capitale era seriamente in pericolo. In Siria la situazione era ancora più grave,
             dato che non c’era una Forza che fosse in grado di resistere militarmente e
             sconfiggere l’ISIS. Così abbiamo avuto modo di lavorare, e io do grande merito
             prima al Governo iracheno, un nuovo Governo guidato dal Primo Ministro
             Abadi, che ha inteso prendere, sin da subito, una direzione molto importante,
             e ci ha aiutato a mobilitare il Mondo intero a sostegno delle sue forze.
                  Una coalizione di 26 membri, di cui l’Italia è stato il contributore chiave
             fin  dall’inizio.  26  Nazioni  accorse  in  aiuto  dell’Iraq  e  delle  sue  Forze  di
             Sicurezza.  Ora  abbiamo  addestrato  circa  100mila  appartenenti  alle  Forze  di
             Sicurezza irachene e questa è una forza che non è destinata a crollare. Non ha
             perduto, in questi due anni, un solo scontro militare, ed ora siamo sul punto di

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