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IL RIAVVICINAMENTO DELL’IRAN ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
conflitti barbari e improduttivi. Dopo otto anni e milioni di morti, con noi occi-
dentali (chi più, chi meno) nell’imbarazzante posizione di aver aiutato il tiranno
iracheno nel tentativo di rimuoverci il difficile interlocutore iraniano, si giunge-
va alla fine delle ostilità, con i combattimenti ormai da tempo in territorio ira-
cheno e senza che un qualche concreto risultato utile apparisse raggiungibile, da
entrambe le parti.
Superato il rischio mortale rappresentato dal sunnita Saddam e gestita
senza scosse la successione di Khomeini, morto nel 1989, per l’Iran, nelle con-
vincenti parole dello storico Ervand Abrahamian, è iniziato Termidoro, volen-
do attingere al linguaggio della grandiosa esperienza rivoluzionaria francese di
fine settecento. Ovvero, gli estremismi della prima fase di consolidamento della
repubblica islamica cominciavano, progressivamente, a tendere verso una fase
più moderata.
Gli eventi sin qui richiamati, con il loro bagaglio di considerazioni inter-
pretative, non pretendono certo di rappresentare una breve storia dell’Iran,
compatta e riduttiva in modo non seriamente proponibile. Essi mirano esclu-
sivamente a suggerire una pista esegetica che consenta di comprendere,
meglio se sostenuti da onestà intellettuale, come l’Iran di oggi costituisca
ormai un solido fenomeno di realizzazione dello stato-nazione, su basi etni-
che e religiose, con una forte cultura specifica, notevoli potenzialità demogra-
fiche ed economiche e, non da ultimo, caratterizzato da un’intuibile auto-per-
cezione di eccezionalità, nel perseguire i propri destini politici interni e inter-
nazionali. Ciò non significa, ovviamente, definire nel complesso l’Iran il paese
delle meraviglie. Il lungo mese di Termidoro richiede immensi progressi, si
pensi solo al delicatissimo e per noi irrinunciabile settore dei diritti umani,
ampiamente intesi. Significa prendere realisticamente atto che il paese medio-
rientale - questo specifico paese, così come connotato e non come molti lo
vorrebbero - vanta un posto di diritto, fra gli attori del complicatissimo sce-
nario regionale.
A ritardare un più semplice inserimento della repubblica islamica nella
comunità internazionale, magari un po’ in sordina ma concreto, si è messa di
traverso la questione del programma atomico iraniano. Problema ostico da
affrontare, senza scadere in semplicistiche posizioni di parte.
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