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HATE SPEECH E REATI DI OPINIONE NELL’ERA DI INTERNET
hanno sottoscritto nel maggio 2016 il Codice di condotta per lottare contro le forme
illegali di incitamento all’odio on line redatto dalla Commissione Europea e, al quale
hanno aderito Facebook, Microsoft, Twitter, YouTube, TikTok, strumento
giuridico teso al contrasto degli hate speeches, nonché alla prevenzione della dif-
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fusione in rete dei messaggi d’odio favorendo la libertà di espressione in tutto
il mondo online in quanto Le aziende informatiche condividono inoltre l’impegno della
Commissione europea e degli Stati membri dell’UE a lottare contro le forme illegali di inci-
tamento all’odio online.
Una politica di contrasto a livello europeo passa necessariamente anche
attraverso la raccolta dei dati relativi ai crimini d’odio, attività questa funzionale
a consentire di approcciare sempre in maniera aggiornata al problema. Ed infat-
ti L’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR)
dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), dal
2009 raccoglie i dati e li pubblica ogni anno il 16 novembre, significativamente
nella giornata internazionale della tolleranza, all’interno di un documento deno-
minato Hate Crimes in the OSCE Region - Incidents and Responses .
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5. Conclusioni
È indubbio che non si possa limitare o escludere la libertà di espressione
dei singoli individui, tuttavia questa può divenire consapevole e rimanere tale,
senza sfociare in forme di reato, di discriminazione o di odio. Una intensa e
costante attività di prevenzione, volta ad informare e educare la popolazione al
rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana, ben consentirebbe di pre-
venire il dilagare degli hate speeches, formando in maniera consapevole chi si
approccia ad internet sui rischi penali connessi all’utilizzo dello strumento.
Il vertiginoso abbassamento dell’età con cui i ragazzi - ormai bambini -
si approcciano all’uso di internet, privi di qualsiasi formazione al riguardo,
impone alla società di valutare l’introduzione sin dal contesto scolastico, di
lezioni e corsi per un uso consapevole e rispettoso degli strumenti informatici.
Formazione che chiaramente dovrebbe raggiungere anche le fasce adulte, così
da renderli - ove mai necessario - effettivamente consapevoli, da un lato di tutti
i risvolti penali (e non), legati all’uso illecito che eventualmente possono fare
dei social network o delle comunicazioni che immettono su internet e dall’altro,
dei danni, purtroppo a volte irreversibili, che dalle condotte criminali possono
derivare sulle persone offese da tali reati.
30 Incipit del “Codice di condotta per lottare contro le forme illegali di incitamento all’odio on
line” pag. 1, reperibile on line, sottoscritto nel maggio 2016.
31 Le raccolte dati e le statistiche sono consultabili sul sito http://hatecrime.osce.org.
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