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LECTIO MAGISTRALIS DEL MINISTRO DELLA DIFESA, ON. GUIDO CROSETTO




                  L’altro giorno abbiamo parlato della nuova dimensione che sta assumendo
             grandissima rilevanza strategica: l’underwater.
                  Quanti  di  voi  conoscono  l’importanza  del  mare?  Quanti  di  voi  sanno
             quanto il mare incide o inciderà nelle vostre vite? Quanti di voi sanno quanto è
             il commercio che passa sul mare, quanta ricchezza dell’Italia dipende dal mare,
             dove si trovano le materie prime con cui faremo le auto, le macchine del futuro,
             dove si trova il più grande giacimento di titanio sulla terra?
                  Qualcuno potrebbe dire: perché dovrebbe interessarci sapere queste cose?
                  Perché se voi non capite cosa sarà il futuro, non saprete muovervi nel pre-
             sente.  Così  come  se  noi  non  faremo  tesoro  di  ciò  che  sta  succedendo  in
             Ucraina, non saremo in grado di costruire la difesa di cui abbiamo bisogno tra
             qualche anno. Voi dovete fare questo, e per fare questo, dovete intanto rendervi
             conto di ciò di cui fate parte, voi siete la Difesa di questo Paese. La Difesa è una
             cosa di cui fino a due anni fa nessuno voleva parlare, perché era una cosa brutta
             che costava, si basava sulle armi che sono brutte ed era vista come spesa in con-
             correnza a tutte le cose belle, all’istruzione, allo stato sociale, alla sanità.
                  La Difesa era una cosa di cui parlare il meno possibile e bisognava arrivare
             a limitare le spese. Per l’Arma dei Carabinieri le cose andavano bene perché
             garantisce il bene massimo della sicurezza, ma tutte le altre Forze Armate, se
             fosse stato possibile, molti le avrebbero chiuse. Oggi ci troviamo a vivere un
             momento in cui abbiamo capito che senza la Difesa non esistono gli ospedali,
             non esistono gli asili, non esiste la libertà, non esiste più nulla. E stiamo tornan-
             do faticosamente indietro perché eravamo partiti pensando che il massimo che
             poteva fare l’Italia, e non solo l’Italia, fossero le missioni internazionali di pace.
             Ne abbiamo fatte mille, le abbiamo fatte anche dimostrandoci all’altezza e ades-
             so invece capiamo che, stiamo capendo che, domani mattina potrebbe entrare
             qualcuno in Italia e dovremmo difenderci. E guardate che quasi nessuno di
             coloro che sono entrati nelle Forze Armate negli ultimi 20 anni ha mai calcolato
             di dover imbracciare un fucile, montare su una torretta, su un aereo e doversi
             scontrare veramente con qualcun altro, nessuno l’ha mai pensato. Dobbiamo
             essere sinceri, viviamo in un tempo diverso, io ho bisogno che questa consape-
             volezza di vivere in un tempo diverso, in cui è necessario avere una Difesa che
             garantisce sicurezza, che è la base della democrazia, sia una cosa di cui rendersi
             conto. Perché una cultura della Difesa è il principio di una cultura democratica
             e Voi ne sarete gli interpreti quali futuri comandanti. Allora io non ho molto di
             più da dirvi se non questo: Siate voi stessi! Siate all’interno dei confini che avete
             scelto perché la divisa che avete è un confine. È un confine che non potete
             superare, ma questo non farà di Voi degli eroi, a nessuno è chiesto di essere un

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