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LA DIFESA: UN VALORE DA CONOSCERE,
UN INVESTIMENTO NECESSARIO, UN BALUARDO DI LIBERTÀ E DEMOCRAZIA
sione che vi lascio, e voglio farlo partendo da quella che è stata la mia prima
esperienza personale di servizio allo Stato, al Paese, alla Patria. Io non ho
capito subito cosa significasse servire il Paese. Mio padre è morto giovane, e
mi sono ritrovato un giorno a essere sindaco di un piccolo comune della pro-
vincia di Cuneo. Avevo 25 anni e non sapevo neanche cosa volesse dire essere
sindaco; la gente mi aveva votato per riconoscenza nei confronti di mio
padre, che era stato amatissimo da tutti. Dopo essere stato eletto, un giorno
sono entrato nella tabaccheria del mio paese. C’era un signore seduto a un
tavolo, avrà avuto 85 anni, e aveva davanti a se’ una bottiglia di vino. Era in
giacca e cravatta, col viso nascosto dal cappello, stava bevendo. Era una per-
sona stimata nel paese perché era stato un grande agricoltore, non aveva fami-
glia, aveva dato tutto in beneficenza e viveva così le ultime giornate. Io entrai
a comprare le sigarette, allora fumavo molto; questo signore mi vide - io ero
stato eletto sindaco da due giorni - si alzò con fatica dalla sedia, si alzò in
piedi e si tolse il cappello. In quel momento io mi resi conto che ero diventato
sindaco. E cosa significava essere sindaco? Nessuno me lo aveva insegnato,
né la scuola - io ho fatto il classico - né i tantissimi libri che ho letto; e non
l’ho imparato nemmeno quando ho giurato da Sindaco davanti al Prefetto.
Me l’ha insegnato quel gesto semplicissimo, fatto da una persona semplicissi-
ma, senza cultura, che vedendomi come sindaco mi aveva dimostrato il suo
rispetto in quel modo. Nella sua testa di uomo e di persona semplice mi stava
guardando con occhi diversi, e attraverso i suoi occhi, ho capito che anch’io
sarei dovuto cambiare, perché la mia vita era già ambiata. Fino a quel momen-
to non me ne ero accorto. Perché vi racconto questo episodio? Perché l’errore
più grande che si possa fare nella vita è quello di vivere ciò che facciamo pen-
sando che sia un momento di passaggio. L’errore più grande che si possa fare
nella vita è quello di non ragionare su ciò che facciamo per farlo al meglio
possibile, ma come se fosse un momento per ottenere qualcosa dopo. È la
cosa più stupida da fare. La cosa più importante nella vita è vivere il momento
che si vive al massimo, con tutta l’intensità possibile, cercando di capire, di
apprezzare, di imparare. Perché se noi non abbiamo questa attitudine, ci per-
diamo tutto ciò che anche le persone più semplici possono insegnarci. Ciò
che impariamo nella vita non ci arriva soltanto dalle letture, dallo studio, dal
confronto con i nostri capi; ci arriva guardandoci attorno e sapendo cogliere
in tutte le persone che ci circondano quelle che sono le cose fondamentali e
importanti della vita, e fonderle insieme, per costruirsi un proprio codice.
Perché - parliamoci chiaramente -, nessuno di noi studia quello che vorrà
essere, ma ognuno di noi diventa ciò che vuole essere.
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