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SCIENTIAE




                  La disinformazione diventa efficace sfruttando una serie di meccanismi
             psicologici e cognitivi che influenzano il modo in cui le persone elaborano le
                                                                                        6
             informazioni e prendono decisioni. Questi meccanismi includono alcuni bias
             cognitivi, quali:
                    il bandwagon effect, che si verifica quando le persone tendono a seguire la
             maggioranza o il consenso prevalente, senza esaminare criticamente le informa-
             zioni. In presenza di disinformazione diffusa, le persone potrebbero sentirsi incli-
             ni a credere o ad accettare false informazioni solo perché sembra che molte altre
             persone lo facciano, anche se tali informazioni sono inaccurate o fuorvianti;
                    il bias di automazione, che si riferisce alla tendenza delle persone a fidarsi
             eccessivamente delle informazioni fornite da sistemi automatici, senza analiz-
             zarle in modo critico. Quando esposte a disinformazioni, le persone potrebbero
             non impegnarsi in una valutazione accurata delle fonti o dei fatti presentati,
             accettando invece le informazioni senza esaminarle attentamente;
                    il bias di conferma, che porta le persone a cercare, interpretare e ricordare
             le informazioni in modo da confermare le proprie credenze o aspettative pree-
             sistenti. Di fronte alla disinformazione, le persone potrebbero cercare inconsa-
             pevolmente informazioni che sostengono ciò in cui già credono, ignorando o
             respingendo le informazioni contrarie;
                    il bias di autorità, che si verifica quando le persone tendono a dare mag-
             gior peso alle opinioni o alle dichiarazioni di figure di autorità, senza valutarle
             criticamente. Quando disinformazioni vengono presentate da fonti che vengo-
             no percepite come autorevoli, le persone potrebbero essere più inclini a credere
             o ad accettare tali informazioni senza esaminarle attentamente;
                    le argomentazioni da presupposti fallaci, che coinvolgono l’uso di argomen-
             tazioni che si basano su premesse non valide o su logiche erronee. Questo può
             includere l’uso di argomenti emotivi o retorici che evocano sentimenti come
             paura, rabbia o fiducia, piuttosto che presentare prove concrete o ragionamenti
             logici. La disinformazione può sfruttare tali argomentazioni per influenzare le
             persone, indirizzandole verso conclusioni errate o fuorvianti.
                  In tale contesto, i discorsi d’odio possono essere considerati una forma di
             disinformazione mirata a plasmare le percezioni e il comportamento di indivi-
             dui o gruppi attraverso l’incitamento all’odio, alla discriminazione o alla violen-
             za. Questa forma estrema di espressione mira a seminare discordia e divisione
             all’interno della società, minando la coesione sociale e promuovendo la discri-
             minazione sistematica. I discorsi d’odio possono essere diffusi deliberatamente
             attraverso vari mezzi, inclusi i social media, le piattaforme online e i discorsi
             6    M. Durmus, Cognitive Biases, Creative Commons, 2022.

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