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Uno sguardo al futuro. Il Cyberlaundering


                                        Sottotenente Mirco Granocchia
                                                                  (*)


                    Secondo Europol - nella rete degli inquirenti finisce meno dell’1 per cento
               dei capitali illegalmente conseguiti.
                    Uno studio condotto dal United Nations Office on Crime un decennio fà,
               ipotizzò che l’ammontare di denaro riciclato oscillasse tra gli 800 e i duemila
               miliardi di dollari, pari allora a una quota fra il 2 e il 5% del Pil.
                    Ma  la  situazione  nel  tempo  è  degenerata.  I  numeri  sono  allarmanti.
               Repubblica (234)  racconta che il Mozambico, uno dei Paesi più poveri del mondo, veicola -
               calcola l’Onu - una massa di denaro riciclato pari al 47% del totale dei propri commerci, la
               Nigeria il 43%. Dal Messico, dove i narcotrafficanti la fanno da padroni, sono usciti l’anno
               scorso  38  miliardi  di  dollari  di  soldi  sporchi  su  un  Pil  di  900  miliardi.  Channing
               Mavrellis, capo degli analisti del Global Financial Integrity di Washington, con-
               ferma che «La sola sovrafatturazione, uno dei metodi più usati per il riciclaggio, una sorta
               di commercio fantasma, copre in media il 20% degli scambi nei mercati emergenti». Per non
               parlare degli ingenti spostamenti di denaro «senza padre» che riguardano la Russia e l’est
               europeo o i Caraibi. Gli scandali si susseguono, dai Panama Papers a Danske Bank fino al
               Troika Laundromat in cui la banca moscovita Dialog ha gestito oltre 5 miliardi di dollari
               sporchi in uscita e altrettanti in entrata «aggregando» ignari partner del calibro di Citigroup
               e Deutsche Bank.
                    Circuiti di carte di credito, acquisto di gettoni per giocare su videogame
               riconvertiti in denaro pulito, e-commerce attraverso carte prepagate con denaro
               sporco procurate in Paesi compiacenti; man mano che la tecnologia evolve, la
               criminalità economica trova nuovi canali.
                    Se su un fronte la lotta al riciclaggio è resa difficile dal fatto che spesso i
               capitali  sporchi  sovvenzionano  l’economia  di  tanti  Paesi  non  sensibili  a  tale
               fenomeno criminale, dall’altro è l’information and communication tecnology a giocare
               a sfavore dell’attività di contrasto.
                    Come spiega Lorenzo Picotti, ordinario di diritto penale all’Università di
               Verona, il cyberlaundering è la nuova frontiera del riciclaggio di denaro, rappresenta uno
               strumento «complesso» e comprensivo di tutte le attività illecite finalizzate a «ripulire» (lette-


               (*)  Comandante della Tenenza di Casalnuovo di Napoli.
               (234) “Cinquemila miliardi di soldi sporchi. Così si ricicla il 7% del Pil mondiale”, Eugenio Occorsio,
                    2020  https://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2020/01/12/news/cinquemi-
                    la_miliardi_di_soldi_sporchi_cosi_si_ricicla_il_7_del_pil_mondiale-300803423/

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