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                  Quindi il resoconto della propria esperienza in un gruppo, da parte di sog-
             getti che sono stati esposti al medesimo evento critico, contribuisce alla costru-
             zione dei significati salienti per quella determinata esperienza e per quel tipo di
             gruppo. La narrazione aumenta la coesione di gruppo e contribuisce a fornire
             nuovi livelli di consapevolezza rispetto alle dinamiche coinvolte nell’evento e al
             suo superamento.
                  Il gruppo diventa così il vero protagonista e il depositario dell’esperienza
             condivisa che si alimenta del patrimonio di tutti, non soltanto ad un livello sem-
             plicemente fattuale ma anche di coinvolgimento emotivo.
                  Inoltre, raccontare la propria esperienza vissuta aiuta l’individuo a orga-
             nizzare, analizzare, elaborare e ri-esperire in modo diverso pensieri ed emozioni
             connessi ad un determinato evento critico.
                  Il racconto di un’esperienza presuppone l’andare a ricercare i frammenti che
             lo compongono (gli odori, le tonalità delle voci, le immagini, le emozioni provate
             in  quel  momento  e  quelle  attualmente  provocate  dal  pensiero  dello  specifico
             ricordo), trovare le parole che meglio li rappresentano, dare loro una sequenzialità
             temporale e dei nessi causali per creare una struttura quanto più possibile coesa e
             coerente,  informativa  ed  interessante.  In  questo  processo  ricordi,  pensieri  ed
             emozioni che, dentro di noi sono sincronici ed intrecciati in maniera indistinta
             senza un ordine temporale, vengono organizzati in una struttura diacronica che
             si dispiega in un costante divenire, creando una serie di sequenze ordinate attra-
             verso nessi cronologici e causali che permettono al narratore di osservarli da una
             diversa  prospettiva,  che  si  arricchisce  di  ulteriori  significati  possibili  quando
             incontra la prospettiva dell’altro (J. Bruner, 1991; M. Striano, 2005).
                  In questo modo la narrazione assume una forma distesa, esplicita ed evo-
             cativa di emozioni e di nuovi significati che vengono riconosciuti e condivisi in
             una matrice comune nel gruppo.


             7.  Conclusioni
                  Il protocollo del CISD, nelle forme del defusing e debriefing in particolare, è
             stato ampiamente utilizzato dagli anni Sessanta per prevenire l’insorgenza del
             Disturbo Post Traumatico da Stress a seguito di un evento critico.
                  Studi e ricerche hanno avvalorato l’utilità di questa procedura nei confron-
             ti del personale di soccorso mentre ci sono evidenze che questa tecnica dovreb-
             be essere utilizzata con maggiore cautela con le vittime di grandi catastrofi per-
             ché potrebbe favorirne lo sviluppo di sintomi e impedire la normale evoluzione
             della risposta psicologica allo stress.


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