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LIBRI




                                                      Maria Teresa De Leo
                                      Un  Carabiniere  del  Re.  Origini  e  vicende  del
                                      Colonnello Andrea De Leo e della sua Castelluccio
                                              Youcanprint, 2020, pagg. 450, euro 21,00

                                         L’Autrice,  funzionario  pubblico,  ha  dedicato  circa
                                      quattro  anni  di  ricerca  per  poter  tratteggiare  in  450
                                      pagine la vita del suo avo, Andrea De Leo, il quale par-
                                      tito dalla piccola Castelluccio ha percorso una carriera
                                      professionale prima nell’Esercito e poi, com’era uso un
                                      tempo,  transitando  da  tenente  nell’Arma  dei
                                      Carabinieri Reali.
                                         Il  protagonista  delle  vicende  è  il  nonno  di  Maria
                                      Teresa  De  Leo  ma  non  si  parla  unicamente  di  lui.
                                      Infatti,  è  possibile  fare  un  tuffo  nel  passato  di  un
             Meridione rurale e con ben pochi servizi essenziali per guardare alle grandi oppor-
             tunità che Andrea ebbe nel corso della sua vita, uscendo dalle ristrettezze di un pic-
             colo borgo per avventurarsi nella storia più grande, prima attraverso la partecipa-
             zione alla Prima guerra mondiale quale ufficiale e poi con un nuovo e lungo capi-
             tolo nell’Arma.
               Secondo le consuetudini e gli usi del tempo, i Carabinieri (si può dire di tutti i
             livelli della gerarchia) erano piuttosto “flessibili” soprattutto in termini d’impiego
             e dunque era cosa comune che chi accettava di entrare volontariamente nell’Arma
             si assumesse anche l’onere di una vita in continuo movimento. Tuttavia, questa
             situazione rappresentava anche una grande occasione, poiché consentiva di vivere
             in regioni d’Italia sconosciute prima e, talvolta, apriva ulteriori opportunità addirit-
             tura con l’impiego all’estero, in colonia o in operazioni belliche.
               Così, De Leo, dopo aver trovato una moglie dalmata, con lei costruì la famiglia
             alla quale dedicava grande attenzione e impegno.
               Non fu sempre e solo una vita idilliaca. In effetti, vi erano anche problemi, ma
             l’Autrice riesce a presentare con grande attenzione anche questi aspetti, sapendoli
             bilanciare con interesse e dando alla sua ricerca un sapore di quotidianità, di vita
             comune, sempre secondo gli usi del tempo.
               Il percorso professionale di Andrea proseguì durante tutto il Ventennio sino
             all’impiego in Albania, in Grecia, in Montenegro, in Kosovo e, alla fine delle ope-
             razioni militari, con l’armistizio dell’8 settembre 1943, all’internamento. Da qui, per
             una serie di fortuite coincidenze, importanti aiuti e capacità, De Leo riuscì a sot-
             trarsi all’infausto destino per rientrare in Italia, senza venir meno al giuramento di
             fedeltà prestato al sovrano. Stabilitosi a Roma nel 1944 riuscì a evitare la cattura da
             parte dei nazi-fascisti fino alla liberazione della Capitale, sotto le vesti di praticante
             procuratore legale, sia pure ultracinquantenne.
               Con effetto retroattivo, giunse la tanto agognata promozione a colonnello, ma
             dopo pochi mesi anche il congedo assoluto, con la fine della sua carriera. In paral-
             lelo, si possono vedere da lontano le evidenti incrinature che il mondo vissuto sino
             a quegli anni stava mostrando. Dapprima la fine del regime fascista, poi l’armistizio
             e quindi il referendum per la scelta tra monarchia e repubblica e, infine, il trattato
             di pace del 1947, dopo la cobelligeranza. Ne emerge un dipinto vivido che non
             risparmia la forza d’animo di un personaggio molto interessante e che continuerà
             a partecipare alla vita civile, dismessa l’uniforme.

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